14 Agosto 2014, 15:27
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PALERMO- Da chi dipende il destino della Sicilia? Dai siciliani, soprattutto. E’ stato il sotto-testo, il refrain, della visita di Matteo Renzi in Sicilia. Il presidente del Consiglio ha visitato due fronti caldi del lavoro e della crisi: Gela, con la vertenza Eni e Termini Imerese, con la spinosissima vicenda della Fiat. Molte parole, qualche suggerimento, perfino una leggerissima bacchettata a Crocetta, in forma di quasi elogio, e un mantra rintracciabile nelle parole del premier: saranno i siciliani a salvare la Sicilia, con l’impegno. Sarà il Sud a trainare l’Italia in un frangente difficile. “L’Italia riparte – ha detto Renzi a Gela, accolto dal presidente della Regione -. Bisogna che l’Italia vada in ferie ma dobbiamo pensare a rilanciare il turismo. Evitare di girare intorno ai problemi. Ho accolto l’invito del sindaco spinto anche dalla protesta di qualche mese fa. Saremo un Paese serio quando spenderemo bene i fondi europei. Dobbiamo essere in grado di dare un messaggio e cioè che la burocrazia non ci faccia perdere di strada”.
E poi il tasto della rinascita, anzi, per usare un gergo calcistico, della ripartenza: “Qui bisogna smettere di pensare che arrivi qualcuno di fuori per salvare l’Italia. Il Sud è nelle condizioni di trainare lo sviluppo del paese. Oggi anche l’Europa zoppica, soffre. È partito il coro della lamentazione. Dobbiamo farci aiutare – diciamo sempre – ignorando che è stata l’Italia stessa ad aiutare gli altri paesi”.
Dopo il blitz a Gela, la visita lampo a Termini Imerese, per discutere di Fiat, di possibili investitori cinesi, di speranze. L’usuale tweet: “Termini Imerese. Le crisi occupazionali non vanno in ferie. Ma il Governo c’è e farà di tutto per riaprire lo stabilimento #italiariparte”. Una precisazione sul dibattito di questi giorni: “Sono sempre pronto a scrivere nuove regole sul lavoro, però si fa pensando a cambiare le garanzie non ad eliminarle. Questo sull’articolo 18 è un dibattito ideologico e inutile e non ho voglia di partecipare. Io sto in mezzo alla gente per parlare di questioni serie. Questo dibattito è un totem ideologico, rispetto le posizioni in campo ma non sono interessato ad alimentare il chiacchiericcio istituzionale”.
Gran finale con la carezza di vetro a Crocetta, con cui Renzi si era cordialmente incontrato a Gela: “Sulla spesa dei fondi europei siamo pronti a dare una mano, bisogna correre. Crocetta ha fatto uno sforzo, ma lui stesso è cosciente che non basta e che bisogna fare di più”.
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19.29. Finisce la visita del premier in Sicilia.
19.11. Renzi: “Sulla spesa dei fondi europei siamo pronti a dare una mano, bisogna correre. Crocetta ha fatto uno sforzo, ma lui stesso è cosciente che non basta e che bisogna fare di più”.
19.08. “Quello che dovevo dire l’ho già detto: questo sull’articolo 18 è un dibattito ideologico e inutile e non ho voglia di partecipare. Io sto in mezzo alla gente per parlare di questioni serie”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi rispondendo ai cronisti, in conferenza stampa nel municipio di Termini Imerese, che gli hanno chiesto un commento sulle posizioni espresse dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Questo dibattito è un totem ideologico – ha aggiunto – rispetto le posizioni in campo ma non sono interessato ad alimentare il chiacchiericcio istituzionale”.
19.06. “Termini Imerese. Le crisi occupazionali non vanno in ferie. Ma il Governo c’è e farà di tutto per riaprire lo stabilimento #italiariparte”. Lo scrive su twitter il premier Matteo Renzi.
19.01.Renzi ai cronisti: “Su Termini abbiamo convenuto su tre priorità: al primo posto le auto, poi realtà industriali di vario genere e, infine, il turismo”.
18.38. Renzi: “Sono sempre pronto a scrivere nuove regole sul lavoro, però si fa pensando a cambiare le garanzie non ad eliminarle”.
18.35. Il premier sta parlando di imprenditori cinesi e di un possibile investimento.
18.33. Al municipio si parla di Fiat. “Quattro mesi di tempo per i lavoratori prima che finisca la cassa integrazione”
18.32.Una rappresentanza dei lavoratori di Accenture ha lasciato un documento a Renzi per la loro vertenza
18.10. È in corso da dieci minuti nell’aula consiliare del Comune di Termini Imerese l’incontro tra il premier, Matteo Renzi, il sindaco della città, Salvatore Burrafato, e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Maurizio Bernava e Claudio Barone. Sul tavolo la questione dei nuovi possibili investitori per lo stabilimento ex Fiat.
17.55. Appena sceso dall’auto Renzi ha stretto la mano al sindaco, Salvatore Burrafato, e si è diretto verso le transenne dove alcuni cittadini lo applaudivano.
17.46. Matteo Renzi è arrivato a Termini. Ora è in Municipio.
17.12. Attimi di tensione davanti al Municipio di Termini Imerese, dove si attende l’arrivo del premier, Matteo Renzi. Tutto è cominciato quando alcuni esponenti del sindacato Slai Cobas e dei Comunisti proletari hanno gridato alcuni slogan contro il presidente del Consiglio. A questo punto sono intervenuti alcuni presenti che hanno strappato le bandiere dei dimostranti sostenendo che la lotta per il lavoro a Termini “non c’entra nulla con la politica”. Qualche spintone e poche urla, poi la situazione è tornata alla normalità grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine.
17.04. Circa trecento persone attendono l’arrivo del premier, Matteo Renzi, a Termini Imerese, dietro le transenne piazzate dalle forze dell’ordine in piazza Duomo, su cui si affaccia il palazzo comunale. Tra loro anche ex lavoratori Fiat dello stabilimento siciliano chiuso nel dicembre 2011. “Presidente, lei è l’ultima speranza di salvezza che abbiamo – si legge su un cartello – per riprendere i nostri posti di lavoro e la dignità di essere genitori”.
16.58. Renzi parte alla volta di Termini. Prima qualche selfie con i presenti.
16.53. “Il sette novembre sarò nuovamente in Sicilia. Abbiamo tre mesi per lavorare. Non c’è futuro che non possa essere costruito senza intelligenza”. Il premier finisce il suo intervento.
16.48. “Qui bisogna smettere di pensare che arrivi qualcuno di fuori per salvare l’Italia. Il Sud è nelle condizioni di trainare lo sviluppo del paese. Oggi anche l’Europa zoppica, soffre. È partito il coro della lamentazione. Dobbiamo farci aiutare – diciamo sempre – ignorando che è stata l’Italia stessa ad aiutare gli altri paesi”.
16.46. Renzi sulla vertenza Eni: “La priorità in questa terra è difendere l’investimento legato all’Eni. C’è spazio per un investimento sulla chimica verde che è il core business per Gela”.
16.44. Il premier ancora sui fondi europei: “Il tema dei fondi europei è prioritario. In Sicilia riguarderanno le infrastrutture ferroviarie di Palermo, Messina, Catania e Agrigento”.
16.42. “Quando noi chiediamo di cambiare il modello di sviluppo economico, non stiamo facendo il nostro interesse ma il bene dell’Italia”, dice Renzi.
16.39. Gela, Matteo Renzi parla in aula consiliare: “Siamo qui per rovinarvi il Ferragosto”, esordisce scherzando. “L’Italia riparte. Bisogna che l’Italia vada in ferie ma dobbiamo pensare a rilanciare il turismo. Evitare di girare intorno ai problemi. Ho accolto l’invito del sindaco spinto anche dalla protesta di qualche mese fa. Saremo un Paese serio quando spenderemo bene i fondi europei. Dobbiamo essere in grado di dare un messaggio e cioè che la burocrazia non ci faccia perdere di strada”.
16.34. A Gela, Renzi è entrato in una sala del municipio dove è cominciata una riunione con le organizzazioni sindacali e una delegazione di lavoratori del petrolchimico. I sindacati chiedono il rispetto dei patti sottoscritti con l’Eni: riattivazione linea 1 della produzione della raffineria, garanzie su salute e lavoro, e rendere attraenti per nuovi investimenti le aree dismesse dell’ex polo petrolchimico di Gela con l’utilizzo dei fondi europei, utilizzazione e svincolo delle royalty petrolifere per progetti di sviluppo economico e produttivo.
16.28. “A Renzi chiediamo investimenti veri e investitori seri per Termini Imerese”. Così il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, che a Termini incontrerà il premier per fare il punto sulle ipotesi di rilancio dell’ex stabilimento Fiat.
16.19. ”Quella del premier è una visita importante. In Sicilia rimangono due zone di crisi Gela e Termini Imerese. Abbiamo evitato la chiusura del Petrolchimico. Ora ci vuole un progetto serio di ripresa che ci salvaguardi anche per il futuro. A Termini dobbiamo riaprire la fabbrica dell’auto”. Lo ha detto il governatore Rosario Crocetta.
16.13. In piazza Municipio c’è una delegazione di lavoratori dell’Eni con uno striscione: ”Prima delle riforme occorre il lavoro”
16.01. Matteo Renzi è arrivato a Gela. Accoglienza calorosa (con qualche fischio) da parte della folla e del presidente della Regione Rosario Crocetta. Nota di colore: i due si sono salutati con un doppio bacio alla siciliana.
Visita blindata
Termini Imerese blindata per l’arrivo del premier, Matteo Renzi. Piazza Duomo è presidiata dalle forze dell’ordine che stanno predisponendo il servizio di sicurezza. La città, tuttavia, è svuotata per via del Ferragosto. Pochi curiosi attendono Renzi oltre le transenne disposte davanti al Comune. Il premier intorno alle 16 incontrerà il sindaco, Salvatore Burrafato, e i segretari regionali di Cgil, Cisl Uil, Michele Pagliaro, Maurizio Bernava e Claudio Barone per fare il punto sul futuro dello stabilimento ex Fiat dopo il disimpegno del Lingotto che ha chiuso la fabbrica il 31 dicembre 2011. Accanto all’unico chiosco aperto un operaio edile, Angelo Benigno, mostra un cartello di benvenuto al presidente del Consiglio con la scritta: “Benvenuto presidente, lei è l’ultimo baluardo di democrazia. Dopodiché il baratro, cioè eterni disoccupati. Grazie”. In un altro cartello si legge: “Il lavoro è l’unica forma di libertà. Il lavoro è dignità”.
“La presenza del premier a Termini Imerese è un elemento importante e positivo per la risoluzione di una vertenza che si trascina da troppo tempo”. Lo afferma il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, a Termini Imerese in attesa di incontrare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per discutere delle ipotesi di rilancio dello stabilimento ex Fiat. “Sul tavolo c’è l’ipotesi di un gruppo di investitori esteri, in cui entrerebbero anche ex manager Fiat, ma come sempre in questi casi – sottolinea Pagliaro – è importante il fattore tempo. Questo gruppo, infatti, è interessato anche agli stabilimenti Peugeot in Marocco”.
La lettera a Termini
Ad accogliere il premier a Termini Imerese, una lettera degli operai Fiom della Fiat: “Termini Imerese è una vertenza simbolo per il Mezzogiorno, è una vertenza simbolo per la produzione industriale e manifatturiera del Paese. La scelta di incontrare direttamente le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Fiat e delle aziende dell’indotto che da anni si battono per riaprire i cancelli dei propri stabilimenti e tonare al lavoro, è per noi importante per rompere la condizione di solitudine con cui spesso abbiamo fatto i conti”.
“Sfiga cosmica”
“Siamo qui il 14 agosto, data abbastanza stravagante per i tempi della politica, non perché c’è un tentativo del governo di mostrarsi al lavoro, ma per una sfiga cosmica: ci eravamo dati tre mesi, il 14 maggio, per fare il punto della situazione” sull’utilizzo dei fondi Ue a Napoli, Reggio Calabria e Palermo, “senza renderci conto” che l’appuntamento sarebbe caduto a Ferragosto. Ma “l’impegno” è mantenuto. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, aprendo il suo intervento alla Città della scienza di Napoli.
“Non siamo in crisi”
“Non c’è una situazione di crisi dell’Italia rispetto all’Eurozona che viaggia a velocità doppia: questo è accaduto in passato, ora la situazione è cambiata, l’ intera eurozona vive una fase di stagnazione”. Lo ha detto Matteo Renzi a Reggio Calabria.
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14 Agosto 2014, 15:27