09 Gennaio 2019, 18:51
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PALERMO – Tre ufficiali d’anagrafe del Comune di Palermo hanno spedito una lettera al capo area Maurizio Pedicone per chiedere chiarimenti sulla sospensiva delle procedure previste dal decreto sicurezza che lo stesso Pedicone aveva fatto pervenire all’ufficio lo scorso 3 gennaio, dopo aver ricevuto, il giorno precedente, la disposizione del sindaco Leoluca Orlando che invita a sospendere alcune norme della legge sicurezza che impedisce ai richiedenti asilo di ottenere la residenza. I tre dipendenti, “gli unici presenti”, si legge in calce alla lettera scritta il 7 gennaio, fanno riferimento alle responsabilità degli ufficiali d’anagrafe e scrivono che compete esclusivamente alla Consulta stabilire la legittimità costituzionale della legge.
“L’ufficiale d’anagrafe è obbligato ad operare secondo i principi di legalità fissati dagli art. 97 e 98 della Costituzione”. I tre firmatari osservano che l’inosservanza dei principi di legge non può certamente essere disposta con un ordine di servizio, “strumento privo di validità sufficiente a esimere l’operatore dal proprio obbligo giuridico di osservanza del dettato normativo e non inidoneo a esonerarlo dalle proprie personali responsabilità. Sono necessari chiarimenti idonei a superare le evidenziate criticità delle disposizioni impartite a questo ufficio e ai singoli ufficiali d’anagrafe materialmente chiamati ad applicarle”, conclude la lettera.
Il sindaco Leoluca Orlando, che si trovava oggi a Roma per alcuni incontri istituzionali, ha partecipato nel pomeriggio ad un incontro con la Stampa Estera in Italia, nel corso del quale ha confermato che “a tutela dei dipendenti comunali dell’Ufficio anagrafe” sarà lui a sottoscrivere i documenti di iscrizione anagrafica legati a permessi di soggiorno per protezione umanitaria. Avendo appreso dall’Assessore alle politiche di cittadinanza che già una pratica di questa tipologia è in fase istruttoria da alcuni giorni, il sindaco ha affermato di sperare “che l’iter si concluda quanto prima”. Per ovvii motivi di tutela della privacy non saranno diffusi dati di alcun tipo relativi alla pratica in corso, né ad altre analoghe il cui iter istruttorio dovesse essere avviato nei prossimi giorni.
L’attacco della Lega. “L’amministrazione comunale di Palermo è ormai allo sbando, in particolare sul decreto sicurezza, tanto che oggi sia il sindaco Orlando che il capo dell’ufficio anagrafe, Maurizio Pedicone, hanno preferito disertare la seduta in consiglio comunale per chiarire i contorni di una vicenda assurda che sposta l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto ai reali, drammatici problemi della città – dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Sala delle Lapidi -. Ai dipendenti del Comune, in modo particolare al personale dell’ufficio anagrafe – aggiunge Gelarda – va comunque rivolto un plauso per il senso del dovere e per l’alto senso dello Stato. Nonostante la strampalata trovata del sindaco, infatti, la coscienza per la legalità degli impiegati municipali li sta responsabilmente orientando nella direzione del rispetto delle norme previste dal decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, invece che seguire l’indicazione contraria alla legge innescata dal primo cittadino. Orlando ormai è un sindaco isolato – continua il consigliere comunale della Lega – arroccato com’è nella torre di un castello che fa acqua da tutte le parti. Perfino gli uffici più stretti del primo cittadino, molto più saggi di lui, hanno smesso di seguirlo nei suoi voli pindarici. Faccia un passo indietro, Orlando. Si dimetta per il bene della città che tanto dice di amare – conclude Gelarda – e liberi i palermitani da un incantesimo che dura da oltre vent’anni”.
La nota di Marianna Caronia (Misto). “Temo che il sindaco Orlando sia riuscito nel suo intento di distogliere l’attenzione di tanti cittadini e, purtroppo, anche del Consiglio Comunale dalle tante emergenze della città. Emergenze che sono sotto gli occhi di tutti ma in questi giorni sono passate in secondo piano per il ‘colpo di teatro’ dell’idea di non applicare una legge nazionale a Palermo. Non entro nel merito di questa questione, proprio perché ritengo che tutto questo sia fuorviante: il Sindaco di Palermo ha istituzionalmente altri compiti e dovrebbe avere altre priorità. Invece di dedicare una seduta del Consiglio a discutere delle direttive bislacche del sindaco, sarebbe bene che ne dedicassimo parecchie ad affrontare i troppi temi che per colpa della maggioranza languono all’ordine del giorno, legati allo sviluppo della città a partire dalle attività produttive”.
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09 Gennaio 2019, 18:51