16 Giugno 2015, 20:06
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CATANIA – Non fermarsi alla cronaca. Non rimanere ancorati alle parole usate dai giornalisti per descrivere la tragedia che sta investendo migliaia di persone, costrette a fuggire dalle loro terre per cercare rifugio altrove. Un invito ad andare oltre le apparenze, scorgendo gli uomini, le donne e i bambini dietro la notizia. E’ stato anche questo il convegno “I volti del Mediterraneo: la percezione del fenomeno migratorio”, promosso da CerpMed (Centro studi e ricerche sulle Relazioni pubbliche nel Mediterraneo) in collaborazione con la delegazione Ferpi Sicilia e con il patrocinio del Comune di Catania, della Comunità di Sant’Egidio e dell’Autorità Portuale etnea. Un momento di riflessione sul fenomeno dell’immigrazione ma anche sulle responsabilità che i soggetti coinvolti, a cominciare dagli operatori dell’informazione, hanno su quella che è la percezione nel grande pubblico.
“Quello a cui siamo abituati è proprio questo – spiega Amanda Succi, vicepresidente nazionale della Ferpi e presidente del Cerpmed – leggere una notizia, vedere un’immagine, e fermarci lì. Questa è l’infomrazione – continua – ed è il suo fondamentale ruolo, ma non è sufficiente per comprendere l’ampiezza del fenomeno. Occorre creare maggiore consapevolezza verso l’opinione pubblica e orientarla. Per questo – continua – a questo convegno sono stati invitati tutti gli operatori che hanno a che fare con l’immigrazione, per illustrare, ognuno con le proprie competenze, le difficoltà che comporta il soccorso”.
Insomma, secondo la presidente di Cerpmed, occorre comunicare alla popolazione anche l’attività di questa rete strutturata, cosa si nasconde dietro facili slogan politici che, spesso, altro non fanno che cavalcare il pregiudizio nato dalla scarsa o parziale informazione a disposizione. “L’ho vissuto su di me – continua la Succi: è necessario che tutto ciò che avviene dietro le quinte passi all’opinione pubblica. È vero che l’Italia è un paese in crisi, con numerosi problemi, ma dobbiamo sostenere chi fugge da morte certa. Non possiamo perdere l’umanità”.
L’idea, racconta Amanda Succi, è nata dopo due precisi episodi: la raccolta di giocattoli per i piccoli migranti, organizzata l’anno scorso proprio dalla presidente Cerpmed, e la tragedia di fine marzo, costata la vita a centinaia di uomini, donne e bambini. “L’obiettivo del convegno è stato proprio questo – conclude – urlare garbatamente che occorre prendere coscienza che situazione é grave, gravissima. E occorre che tutti ce ne rendiamo conto”.
Come conferma il fotoreporter Fabrizio Villa, tra i relatori. “Gli operatori dell’informazione hanno responsabilità enormi – afferma – sia in positivo che in negativo. Io, ad esempio, ho scelto di non pubblicare una foto, mi sono auto censurato, perché avrebbe potuto dare un messaggio che poteva essere interpretato male”.
A confrontarsi sul tema, di straordinaria attualità, sono stati relatori di livello: Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Giuseppe De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, Domenico Manzione, sottosegretario del ministero dell’Interno, Mario Morcone, capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, mons. Dario Edoardo Viganò, presidente della nuova Commissione sui media del Vaticano, Costanza Esclapon, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana, Mauro Casinghini, direttore del Cisom (Corpo italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), Nunzio Martello della Guardia Costiera, Marcelle Padovani, giornalista di Nouvel Observateur, Giulia Pigliucci, free lance Relazioni Pubbliche ONG e terzo settore, Guglielmo Troina, capo settore redazione Rai di Catania, il fotogiornalista Fabrizio Villa, Emiliano Abramo, referente della Comunità Sant’Egidio per la Sicilia e docente di Storia contemporanea nell’Università Tor Vergata di Roma.
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16 Giugno 2015, 20:06