19 Dicembre 2019, 16:32
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PALERMO – “Incredibile ma vero, la Regione non sa cosa possiede e, soprattutto, non sta facendo nulla per poterlo scoprire dopo il censimento flop del 2009. Ce lo hanno detto gli uffici dell’assessorato al Bilancio, che candidamente hanno ammesso, in seguito ad una richiesta di accesso agli atti, che la cosa non è di loro competenza e che non hanno il personale per poterlo fare”. Così il deputato regionale del M5S Nuccio Di Paola.
Il parlamentare grillino racconta di aver fatto un accesso agli atti per conoscere quanti subaffitti ha la Regione. E dalla risposta degli uffici si evince che i dati aggiornati sono carenti. “Vorremmo capire – afferma il deputato – come fa la Regione a predisporre manovre di bilancio o a pensare a pianificare operazioni immobiliari se prima non fa nulla per accertarsi di cosa sia di sua proprietà. Sino al 2006, ci hanno scritto gli uffici del Bilancio, l’attività era svolta a titolo oneroso dall’Agenzia del Demanio, attualmente si avvalgono degli uffici del Genio civile competenti sul territorio, ma solo in maniera sporadica. Tutto ciò è assurdo”.
Di Paola richiama quanto scritto nei giorni scorsi dai giudici contabili in sede di parifica. “Anche la Corte dei conti – continua il deputato – in sede di parifica, nei giorni scorsi, ha sottolineato come resti gravemente irrisolto il problema della ricognizione straordinaria del patrimonio regionale e della conseguente rideterminazione del suo corretto valore. “La magistratura contabile – continua Di Paola – ha anche evidenziato il clamoroso fallimento dell’ultimo censimento, sottolineando che questo ‘non ha recato alcun beneficio alla Regione e ha comportato il dispendio di ingenti risorse pubbliche senza alcuna concreta utilità per la collettività’”. Il riferimento è all’annosa vicenda del mega censimento – i fatti risalgono al 2009 – di cui nelle scorse settimane l’Ars è tornata a occuparsi.
“In occasione di quel censimento – prosegue Di Paola – sono stati letteralmente buttati dalla finestra 110 milioni di euro di soldi pubblici, senza alcuna utilità per i siciliani. I dati di quella ricognizione sono stati per lungo tempo sottochiave, blindati da una password misteriosamente smarrita e poi riapparsa quando il materiale raccolto era diventato obsoleto e pertanto inservibile. Tutto ciò è inconcepibile. Speriamo che su questa vicenda la magistratura contabile avvii un’indagine per danno erariale. Intanto chiediamo al presidente della Regione di avviare un’ indagine interna che appuri chi ha permesso questo scempio. Chi ha sbagliato ora paghi”. Intanto, anche su questo punto il deputato grillino ha fatto un accesso agli atti e si dice pronto a spulciare un po’ di faldoni.
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