28 Ottobre 2012, 14:44
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SHANGAI – Raggiungere la libertà tramite un atto estremo: dal 2009 in Tibet l’atto dell’immolazione è diventato un arma per sostenere i diritti dei tibetani. E sono sessantadue le persone che hanno deciso di uccidersi nella speranza di liberare la propria terra: le ultime due hanno deciso di darsi fuoco giovedì della scorsa settimana nella contea di Driru, nella provincia autonoma tibetana.
Tsepo e Tenzin erano cugini e avevano 20 e 25 anni: il loro sacrificio è avvenuto dopo quello di altre 5 persone nella scorsa settimana, nella contea di Sangchu della prefettura di Gannan. Prima di loro a Driru era avvenuta un’altra immolazione: i giovani cugini si sono dati fuoco davanti una scuola della prefettura di Nagchu. Il più giovane è morto sul colpo, ma Tezin è stato prelevato dalla polizia ancora in vita, trasportato poi in un luogo sconosciuto. In totale gli immolati ammontano a 62, ma soltanto nell’ultimo anno si sono verificati ben 49 di questi episodi, nel nome dell’allontanamento della dittatura cinese e del ritorno del Dalai Lama in Tibet.
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28 Ottobre 2012, 14:44