21 Maggio 2014, 20:05
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PALERMO – Non si chiude l’inchiesta sui presunti depistaggi sull’omicidio di Peppino Impastato, militante di Dp assassinato a Cinisi il 9 maggio del 1978: il gip di Palermo non ha accolto, infatti, la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura per il generale dell’Arma Antonio Subranni, l’ex sottufficiale Carmelo Canale e altri due esponenti dei carabinieri accusati di favoreggiamento. Il pm Francesco De Bene a novembre del 2012 presentò al giudice delle indagini preliminari Maria Pino una istanza di archiviazione, sostenendo che i reati contestati agli indagati fossero prescritti. Ma il magistrato non l’ha accolta e ha fissato per domani un’udienza in cui accusa e difesa dovranno argomentare le rispettive ragioni. A tirare in ballo, dopo oltre 30 anni, il nome dell’ex capo del Ros Subranni nella vicenda Impastato è stato il pentito Francesco Di Carlo.
Di Carlo ha raccontato ai magistrati che furono Nino e Ignazio Salvo, imprenditori mafiosi di Salemi, a rivolgersi a Subranni per fare chiudere l’indagine sulla morte di Peppino Impastato. Il collaboratore ricordò di aver visto più volte l’ex capo del Ros negli uffici dei Salvo. “Gaetano Badalamenti (boss di Cinisi ndr) – raccontò Di Carlo – spingeva Nino e Ignazio Salvo per parlare col colonnello. Dopo poco tempo mi ha detto: ‘no, la cosa si è chiusa’. Non spuntava più niente nei giornali per un periodo, era stata archiviata”. Subranni è sotto processo per minaccia a Corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
(Fonte ANSA)
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21 Maggio 2014, 20:05