Impegno sociale, Virgillito: |“Una casa del volontariato”

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31 Maggio 2013, 10:22

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CATANIA -“Istituzioni e mondo del volontariato devono collaborare”. Gabriella Virgillito, giornalista catanese e da anni punto di riferimento per quanto riguarda il sociale (dirige una rivista redatta da homeless), dice la sua sul futuro di Catania, ma soprattutto sul presente della città, schiacciata dalla crisi non solo economica, ma anche morale.

Una condizione che si ripercuote in tutti i settori, anche in quelli che dovrebbero essere esenti, come, ad esempio, quello del volontariato. Nei giorni scorsi, infatti, aveva segnalato il malcostume dei falsi volontari che, approfittando di iniziative a scopo sociale, chedevano contributi ai cittadini. E da qui la giornalista prende spunto per sottolineare il valore del lavoro dei veri volontari.

“Purtroppo non è la prima volta che si verificano atti simili nella nostra città”. “A dispetto di episodi simili -prosegue Virgillito- è bene ricordare, invece, che chi dedica realmente la propria vita al volontariato è una risorsa per Catania”. “Il volontariato è una risorsa preziosa” ma da solo non basta. La fotografia della città mostra un disagio sociale palese: “Centinaia le famiglie a rischio di sfratto, piene di debiti e in molti casi senza una dimora se non la loro automobile”. “Catania è una citta solidale, che vive una fase di profonda crisi, basti pensare ai dati sconfortanti legati al disagio abitativo, le organizzazioni di volontariato non bastano: servono risposte adeguate e concrete da parte delle istituzioni”. Per questa ragione la giornalista ha deciso di “scendere in campo” e candidarsi al consiglio comunale in una lista a sostegno di Enzo Bianco. L’ex sindaco di Catania è “un interlocutore valido” secondo la giornalista. “La scelta di candidarmi con Bianco ha una duplice motivazione: è una persona che ha dimostrato grande sensibilità rispetto al volontariato e ha fatto delle proposte concrete”. “Ritengo una buonissima l’idea di creare una casa del volontariato”, una struttura che “consentirebbe di mettere le istituzioni in condizione di ascoltare le istanze che provengono da chi è radicato sul territorio, da chi conosce da vicino i problemi legati alla marginalità sociale”. Da qui la voglia di mettersi in gioco: “non voglio arrendermi, la città può cambiare”.

 

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31 Maggio 2013, 10:22

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