Cronaca

L’implacabile fenomeno del bullismo: tra silenzio e indifferenza

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20 Ottobre 2024, 04:59

6 min di lettura

Nonostante l’intenso lavoro di sensibilizzazione e di promozione della consapevolezza in merito alle sue dinamiche, il bullismo è un fenomeno che non accenna purtroppo a diminuire la sua frequenza.

Il suo andamento risulta molto preoccupante visto l’aumento significativo, negli ultimi anni, degli episodi di esclusione e violenza che si manifestano soprattutto tra i giovani;

lo mostrano quotidianamente le notizie di cronaca dagli esiti sempre piú drammatici.

Un fenomeno complesso

Il Bullismo è un fenomeno abbastanza complesso sia per il numero di “attori” coinvolti nelle sue dinamiche, che per gli “effetti negativi” che causa direttamente sulle vittime, ma anche indirettamente, ad un livello piú ampio, sull’intero contesto sociale.

Oltre al bullo e alla vittima, “cruciale” è il ruolo degli spettatori che, con il loro comportamento, possono scoraggiare o alimentare i comportamenti di bullismo.

Il “silenzio” di fronte a certi episodi funge infatti da “supporto indiretto” ed opera come “rinforzo” delle dinamiche di prevaricazione.

Questa indifferenza, che si aggiunge al silenzio delle vittime, contribuisce cosí al perpetrarsi di una violenza che rimane troppo spesso impunita.

Gli attori coinvolti: il bullo

L’autore degli atti di prevaricazione è il cosiddetto bullo che, per dimostrare ed affermare la sua superiorità nei confronti di soggetti in apparenza deboli e non in grado di difendersi, mette in atto tutta una serie di comportamenti aggressivi, sul piano fisico, verbale e psicologico: picchiare, spingere, appropriarsi o danneggiare oggetti della vittima, offendere, insultare, deridere, minacciare, diffondere calunnie e pettegolezzi, isolare…

Tutto questo in maniera “intenzionale” e soprattutto “ripetitiva”. É proprio questa “sistematicità” infatti che differenzia il bullismo da altri conflitti occasionali o incidenti accidentali: “non si tratta purtroppo di episodi isolati, ma di un comportamento prevaricante che si sviluppa nel tempo e segue schemi prevedibili”.

Insicurezza e bassa autostima

Nonostante l’apparente personalità dominante, il bullo è fondamentalmente un “soggetto insicuro” che nasconde dietro i comportamenti aggressivi una “bassa autostima”, che cerca di compensare con i sorprusi e la prevaricazione. I suoi comportamenti gli garantiscono infatti anche una “posizione di potere” ed uno “status privilegiato” all’interno del gruppo a cui appartiene.

Modelli negativi

Una possibile spiegazione di tale condotte viene collegata al fatto che molti bulli hanno vissuto in ambienti familiari e sociali in cui la violenza era “normalizzata”, o sono stati essi stessi “vittime di maltrattamenti”; in questi casi il bullismo può diventare un modo per riprodurre dinamiche apprese.

Ma anche alcune caratteristiche della società odierna contribuiscono a mantenere e alimentare il fenomeno del bullismo.

Basti pensare, ad esempio, alla “cultura della competizione e della performance”, che crea una competizione costante tra gli individui, anche tra i giovani, che cercano di ottenere “potere e status” attraverso comportamenti prevaricanti.

L’individualismo e la focalizzazione sugli obiettivi personali tendono a ridurre l’empatia nei confronti degli altri, poiché ciò che conta è il soddisfacimento “a tutti i costi” dei propri bisogni. Anche questa è una caratteristica di chi compie atti di bullismo, associata ad un’incapacità di provare rimorso per le azioni compiute.

Un ruolo molto importante é svolto infine anche dai media che continuamente mostrano ai giovani “modelli di comportamento aggressivo”. Quest’esposizione a contenuti che banalizzano o glorificano la violenza può portare i ragazzi a considerare il bullismo come accettabile, o addirittura una delle modalità utili per affermarsi.

“Comprendere le radici di certi comportamenti è essenziale sia per aiutare chi ne è direttamente coinvolto, che per prevenire e contrastare ulteriori possibili episodi”.

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La Vittima

Chi subisce gli atti di bullismo è di solito una persona “percepita come vulnerabile” per via di alcune sue caratteristiche ritenute “al di fuori dalla norma” rispetto agli standard sociali del gruppo di riferimento, in virtú delle quali viene scelto come bersaglio di derisioni, sbeffeggiamenti e minacce.

É spesso un soggetto timido, che tende a vivere isolato dal resto dei compagni, con cui non riesce a stabilire relazioni stabili e durature, anche a causa delle sue scarse abilità sociali.

Le conseguenze psicologiche

Gli atti di bullismo ledono l’autostima e la sicurezza di chi li subisce, ed alimentano sentimenti di vergogna e di impotenza, determinando vissuti di grande sofferenza.

Le vittime sono soggetti inclini a sviluppare ansia, depressione, comportamenti autolesionistici (che possono tragicamente culminare nel gesto estremo del suicidio), come conseguenza dell’emarginazione e dell’isolamento sociale nei quali sono costretti a vivere.

Il muro del silenzio!

Purtroppo, nella maggioranza dei casi, chi subisce bullismo non riesce a parlare del problema e finisce per trincerarsi dietro ad un “muro di silenzio” che favorisce il mantenimento di certe dinamiche!

La paura dei genitori

Le preoccupazioni dei genitori delle vittime riflettono il desiderio di voler proteggere i propri figli, e si estendono oltre i singoli episodi di prevaricazione, abbracciando il rischio di conseguenze psicologiche durature.

Tanta è la “paura” di non essere capaci di gestire la situazione, e forte il “senso di impotenza” di fronte ad un fenomeno complesso che fa sentire inadeguati ed impreparati.

Tutto ciò é preceduto, a monte, dal “timore di non riuscire ad individuare certi episodi”, specie se si verificano online (cosiddetto “bullismo invisibile”).

Il Cyberbullismo

Un’attenzione particolare meritano infatti gli “atti virtuali” di bullismo, definiti Cyberbullismo, che consistono nella “trasposizione” dei comportamenti vessatori dal mondo reale al mondo virtuale, grazie alla maggiore comodità offerta dal digitale e dai dispositivi ad esso connessi. All’interno della Rete ci si può nascondere con più facilità, assumendo identità false difficili da “scovare”.

Prevenzione e supporto psicologico

Le dinamiche del bullismo sono complesse in quanto hanno importanti  risvolti in ambito sociale a diversi livelli, e possono giungere purtroppo ad esiti drammatici, cosí come ci mostrano le notizie di cronaca.

Alcune caratteristiche della società odierna creano un “terreno fertile” per questo fenomeno, pertanto interventi efficaci dovrebbero includere innanzitutto un lavoro di “prevenzione educativa” a monte, mediante un “approccio integrato” di scuole, famiglie e comunità, attraverso “interventi sistemici e coordinati”.

Che mirino a creare un ambiente inclusivo e ad incentivare relazioni positive e collaborative tra i giovani, cosí da poter ridurre al minimo la tendenza a mettere in atto comportamenti prevaricatori nei confronti del prossimo.

Un ruolo davvero fondamentale è svolto dai genitori che devono prestare sempre attenzione ai comportamenti dei propri figli, e cercare di creare e mantenere un “cilma di fiducia” che possa consentire un “dialogo aperto” affinché ci sia uno spazio di condivisione anche di cose spiacevoli di cui si tende ad avere vergogna.

Laddove si siano riusciti ad individuare dei veri e propri casi di bullismo risulta indispensabile un “supporto psicologico” utile per affrontarne le conseguenze, soprattutto in riferimento alle difficoltà emotive, psicologiche e sociali delle vittime, le cui vite ne risultano profondamente influenzare 

Interventi tempestivi e ben coordinati possono fare la differenza nel migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone coinvolte attraverso un efficace lavoro di rete che, allo stesso tempo, non smetta mai di inviare, sottolineare e rafforzare il messaggio contro il bullismo!

[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]

Pubblicato il

20 Ottobre 2024, 04:59

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