18 Ottobre 2017, 06:10
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PALERMO – Si era insospettito per la brusca manovra della macchina. E così aveva deciso di scattare una fotografia ai due uomini a bordo. Pochi giorni dopo li riconobbe nell’album mostratogli dai carabinieri.
È anche grazie allo scatto dell’imprenditore detective che i militari hanno ricostruito l’organigramma della presunta banda che ha rubato escavatori, katerpillar e montacarichi in giro per la provincia di Palermo. Nove le persone arrestate.
Due di loro, Giovanni Messina e Sergio Breci, erano a bordo della macchina che attirò l’attenzione del titolare di un’impresa di spurghi. La notte fra il 6 e il 7 agosto 2015 un vigilante privato sventò il furto in un deposito a Cefalù. Il mezzo pesante era stato già caricato un rimorchio, assieme a compressore, flex, trapani e martelletti.
All’indomani una Fiat Panda con a bordo due uomini imboccò la strada che conduce al capannone dove il giorno prima era stato tentato il furto. Gli si avvicinò un operaio: “Prego, desiderate qualcosa?”. “Ci siamo persi, cerchiamo l’hotel Costa Verde”, rispose uno dei due con marcato accento catanese. Ad assistere alla scena c’era il titolare che non solo scattò una fotografia, ma decise di seguire la Panda. Non era vero che cercavano l’albergo, visto che erano diretti a Lascari.
I carabinieri acquisirono lo scatto. Quella macchina era stata fermata pochi giorni prima ad un posto di blocco. Qualche settimana dopo l’imprenditore era di nuovo in caserma. Stavolta i militari gli mostrarono un album fotografico: “Uno è sicuramente il conducente, l’altro sicuramente il passeggero, quello con l’accento catanese”. Erano le foto di Giovanni Messina e Stefano Breci. Due degli arrestati del blitz.
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18 Ottobre 2017, 06:10