20 Maggio 2013, 12:46
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LICATA (AGRIGENTO) – Sarebbe stato ucciso dalla persona dalla quale vantava un credito, una somma oscillante tra 40 e 100mila euro accumulata negli anni per un fantomatica eredità che l’omicida avrebbe dovuto incassare. E’ la tesi della Procura di Agrigento sulla scomparsa di un piccolo imprenditore agricolo di Licata, Giovanni Brunetto, 60 anni, del quale non si hanno notizie dallo scorso 7 maggio. A ucciderlo, secondo l’accusa, sarebbero stati il debitore, Angelo Carità, di 58 anni, e un suo fiancheggiatore, Angelo Bianchi, di 37. Nei loro confronti il Gip di Agrigento, accogliendo la richiesta della Procura, firmata dall’aggiunto Ignazio Fonzo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Carità, e ai ‘domiciliari’ nell’ospedale di Gela per Bianchi.
I due sono indagati per sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Il corpo di Brunetto non é stato trovato, ma gli investigatori escludono l’ipotesi del suicidio o dell’allontanamento volontario. Secondo le indagini della polizia, la vittima vantava un credito di oltre 40mila euro nei confronti di Carità, e aveva litigato con lui per la restituzione della somma. Per questo, sostiene l’accusa, l’agricoltore, con la scusa di un appuntamento chiarificatore, sarebbe stato sequestrato e ucciso dal debitore e dal suo amico. I due sono stati fermati dalla polizia, ma il Gip non ha convalidato il fermo, per un vizio tecnico, ma emesso l’ordinanza cautelare.
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20 Maggio 2013, 12:46