Cronaca

“Impresa illecita”, le motivazioni del sequestro a Marco Campione

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25 Novembre 2022, 12:23

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AGRIGENTO – La Direzione investigativa antimafia ha eseguito, su disposizione della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo, un maxi sequestro beni nei confronti dell’imprenditore agrigentino Marco Campione. Un patrimonio stimato in oltre 20 milioni.

L’epopea di Girgenti Acque

Il sequestro, proposto dal procuratore Salvatore Vella e dal direttore della Dia Roberto Cilona ha interessato due società, l’intero compendio e partecipazioni riguardanti altre sei aziende, nove beni immobili, ventisei beni mobili e trentotto rapporti finanziari. Campione è stato per anni alla guida di Girgenti Acque, colosso (oggi fallito) che si è occupato della gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento.

L’inchiesta Waterloo

L’imprenditore è stato arrestato la scorsa estate nell’operazione ‘Waterloo’ per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di delitti contro la pubblica amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari, in materia ambientale e truffa ai danni di privati. Le indagini della Dia, alla base dell’odierno provvedimento di sequestro, avrebbero permesso di ricostruire l’ascesa dell’imprenditore e la creazione di quella che viene considerata una vera e propria “impresa illecita”.

La Procura di Agrigento negli scorsi mesi ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex patron di Girgenti Acque, e di altre 46 persone tra politici, imprenditori, un Prefetto e forze dell’ordine. L’ipotesi accusatoria è quella di aver creato un vero e proprio “sistema” che avrebbe consentito, attraverso la distribuzione di incarichi, posti di lavoro e consulenze di vario tipo, di interferire sulla vita amministrativa, di avere controlli nulli o favorevoli e di gestire in sfregio a numerose norme milioni di euro di soldi pubblici.

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25 Novembre 2022, 12:23

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