Innovazione, al via “Industry 4.0” |Roadshow di Confindustria digitale

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17 Gennaio 2018, 20:50

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CATANIA – Imprese e innovazione da applicare tramite la digitalizzazione. È questo l’obiettivo, e non più solo una scommessa, che si sta portando avanti in Sicilia partendo proprio da Catania. Stamattina nella sede di Confindustria Catania si è svolto, infatti, il primo dei 18 appuntamenti che Confindustria Digitale porterà in giro per l’Italia e che hanno come comune denominatore digitalizzazione dei processi produttivi, internet delle cose, big data, cloud e agevolazioni previste dal Piano nazionale Industria 4.0. Il titolo del roadshow è “Industry 4.0” preparati al futuro” e sul palchetto dei relatori, davanti a una sala stracolma di imprenditori, ha visto alternarsi Antonello Biriaco, vice presidente vicario di Confindustria Catania, Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, Valentina Carlini (Area Politiche Industriali Confindustria), Francesco Caizzone presidente del DIH Sicilia, Leonardo Quattrocchi (Università Luiss Guido Carli), Gianluigi Viscardi (presidente del Cluster tecnologico “Fabbrica Intelligente” e Ceo Cosberg Spa), Orazio Tomarchio (Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università di Catania), Andrea Boccotti (Ibm Italia), Pietro Cannizzaro (Omer Spa). I lavori sono stati coordinati dal giornalista del Sole 24Ore Nino Amadore.

“L’equazione affermata e confermata è quella che si traduce in investimenti in tecnologia, produttività, competitività e crescita – ha spiegato Elio Catania -. Negli ultimi 15 anni il nostro Paese si è un po’ distratto, non ha investito e abbiamo pagato un prezzo alto in termini di competitività, di crescita delle nostre imprese ed economia. Soprattutto al Sud ricco di capacità intellettuali ma con poche risorse industriali”. La cosa affascinante di questa rivoluzione tecnologica è che “si applica a qualunque impresa, al di là della dimensione e del settore” continua Catania. Dall’agricoltore all’artigiano, insomma. Ed è lo stesso Catania a confermarcelo spiegando che in Sardegna usano un’applicazione per monitorare non solo quando mangiano le pecore, ma anche la qualità e la quantità dell’erba che ruminano. “Quindi il digitale è applicabile in agricoltura – continua Catania – come nell’artigianato, nella meccatronica, nell’edilizia. Non esiste un settore che possa farne a meno, persino gli studi di avvocati dovrebbero preoccuparsi di questo argomento, perché grazie a queste tecnologie potrebbero aumentare la capacità di analisi dei loro fascicoli”.

Esempi tangibili ci sono anche in provincia di Catania, a Caltagirone per l’esattezza, dove un’azienda di ceramica sta sfruttando questo sistema per svilupparsi – con successo – nei mercati internazionali. Ma come mai questo tour è iniziato proprio dalla Sicilia? Secondo Catania non è questione di “più crisi in Sicilia che altrove” ma effettiva conseguenza di “una leadership confindustriale e politica più illuminata che ha capito che la digitalizzazione può aiutare il territorio. In più qui, a Catania, c’è la ST che, insieme ad altre aziende, possono diventare un bell’esempio”.

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La città di Catania, intanto, è la sede del Digital Innovation Hub in Sicilia e anche se l’intenzione è quella di allargarsi nella parte occidentale dell’Isola è vero che in questo momento la sede centrale è alle falde dell’Etna proprio negli uffici di viale V. Veneto di Confindustria Catania. “Siamo orgogliosi di questa giornata – ha detto Biriaco – e della nascita del DIH Sicilia. E sottolineo ‘Sicilia’ perché in accordo con Sicindustria e le altre territoriali, abbiamo trovato un modo per concentrare su Catania la nascita di questo sportello che serve, e servirà, ad agganciare la ripresa che c’è, lo sappiamo e lo vediamo – precisa Biriaco – ma non è ancora alla portata di tutti. L’incontro di oggi è importante per far capire alle aziende, piccole medie e micro, che digitalizzare si deve fare con la stessa importanza con cui si fa il passaggio generazionale. Trasformazione che viene supportata dagli incentivi governativi e imprenditoriali come credito d’imposta, ammortamento e superammortamento. Su un investimento di 100mila euro, infatti, il 40% ci ritorna dallo Stato”. In più lo sportello è aperto a tutte le aziende, un modo per creare filiera e marketing, e non prevederà costi di iscrizione a chi chiederà consulenza.

Niente fee di ingresso quindi ma questa struttura affronta dei costi per sostenersi che sono di circa 150mila euro l’anno. “Il nostro obiettivo – aggiunge Caizzone – è quello di procurarci questa cifra tramite le sponsorizzazioni ma contiamo anche sulle istituzioni regionali che beneficeranno di questa innovazione. Nel breve termine abbiamo l’esigenza – conclude Caizzone – di assumere un senior manager e affidargli il compito di direttore del Digital Innovation Hub”.

 

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17 Gennaio 2018, 20:50

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