24 Aprile 2013, 17:22
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PALERMO – “Raccogliamo da mesi le testimonianze dei nostri associati di Caltanissetta, Enna e Agrigento. Imprenditori a capo di aziende sane, che mantengono con sforzo uguali livelli occupazionali e non licenziano, ma si misurano con l’irresponsabilità delle banche del territorio, di cui non è difficile immaginare i nomi (non escludiamo di elencarle quando avremo completato la raccolta delle esperienze che ci sono state riferite)”.
Lo dice il presidente di Confindustria per il centro Sicilia, Carmelo Turco. “Sono istituti di credito – aggiunge – che formalmente accolgono le richieste, aprono pratiche di credito, alimentano le speranze di imprenditori che puntano a rilanciare progetti e piani di investimento, per far poi scattare uno stillicidio di richieste di documentazioni mai bastevoli e rinvii fino allo sfinimento”.
Per Turco: “L’accesso al credito è negato di fatto. Gli imprenditori impiegano tempo ed energie con fiducia mal riposta in un sistema bancario che non è ispirato da senso di responsabilità. Ci si chiede quale sia il ruolo istituzionale delle banche, non è forse quello di sostenere famiglie e imprese produttive? Ci si trova di fronte a dinieghi inspiegabili per mutui, prestiti e finanziamenti”. “La crisi economica che mette a dura prova le tre province di Caltanissetta, Enna e Agrigento – conclude – i cui imprenditori hanno sfidato mafia e racket, richiede una risposta, uno slancio da parte del sistema credito che per statuto deve avere nelle famiglie e nelle imprese i principali interlocutori e non solo in tempi di crescita”.
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24 Aprile 2013, 17:22