22 Giugno 2020, 19:25
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PALERMO – La Corte d’Appello di Caltanissetta conferma l’assoluzione. Il fatto non sussiste per Silvana Saguto.
La Procura generale aveva fatto ricorso contro l’assoluzione dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, radiata dalla magistratura in seguito all’inchiesta nissena.
Saguto nel marzo 2012, secondo l’accusa, avrebbe imposto all’amministratore giudiziario dell’hotel Torre Artale di Trabia l’assunzione di un coadiutore, Mario Caniglia, “senza alcuna esperienza in materia economico aziendale”.
L’amministratore Salvatore Benanti raccontò di essersi opposto alla richiesta di Saguto. E arrivò il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio.
La nomina di Caniglia veniva ritenuta illegittima poiché avrebbe dovuto essere l’amministratore giudiziario a chiedere al giudice la nomina di un collaboratore.
L’avvocato Ninni Reina ha contestato, carte alla mano, la ricostruzione dell’accusa. Innanzitutto non fu Saguto da sola a decidere la nomina del coadiutore, ma si trattò di una decisione collegiale. Il collegio delle Misure di prevenzione, infatti, aveva convocato i dipendenti e le rappresentanze sindacali, i quali sostenevano che ci fossero tutti i presupposti per proseguire l’attività e salvare i posti di lavoro. A quel punto si decise di affidare la valutazione sulla possibile continuità aziendale a Caniglia che, secondo la difesa, era tutt’altro che inesperto visto che per 35 anni era stato direttore di un’altra importante struttura alberghiera.
È ormai giunto alle battute finali il processo principale sulla mala gestione delle misure di prevenzione. La procura di Caltanissetta ha chiesto la condanna dell’ex giudice a 15 anni e 10 mesi per decine e decine di capi di imputazione. Il più grave è la corruzione. È ancora in corso l’arringa difensiva dell’avvocato Ninni Reina.
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22 Giugno 2020, 19:25