09 Dicembre 2017, 17:13
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CATANIA. Prosciolto perché il fatto non sussiste. Si è pronunciato così al termine dell’udienza preliminare il gup di Catania Pietro Currò nei confronti dell’ex dirigente della IV area del comune di Giarre Venerando Russo, imputato con l’accusa di falsità materiale. A dare il via all’indagine, sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero, sarebbe stato l’ex segretario generale dell’ente Rossana Manno che aveva denunciato il dirigente. I fatti al centro del procedimento giudiziario risalgono al 2014 quando Russo trasmise due note all’allora sindaco Roberto Bonaccorsi e all’ex segretario sulle passività esistenti, con riferimento nello specifico alla fornitura di energia elettrica, alla fornitura idrica ed alla manutenzione della pubblica illuminazione. Cifre necessarie per redigere il bilancio di previsione del 2014.
Secondo l’accusa il funzionario, che aveva indicato somme diverse nelle due note, risultate trasmesse nella stessa data e con lo stesso numero di protocollo, avrebbe così formato un atto falso. I difensori di Venerando Russo, Enzo Mellia e Giuseppe Lo Faro, hanno evidenziato come le due note fossero in realtà distinte e autonome. La prima avrebbe fatto riferimento all’ammontare complessivo degli oneri per le spese relative a energia elettrica, fornitura idrica e manutenzione della pubblica illuminazione, mentre nella seconda sarebbero stati indicati solo gli oneri relativi all’esercizio dell’anno 2014. I legali hanno inoltre sottolineato come il dirigente non possa essere ritenuto responsabile della protocollazione degli atti, attività compiuta da altro ufficio. Le tesi difensive sono state accolte pienamente dal gup che ha emesso una sentenza di non luogo a procedere.
E non può che dirsi soddisfatto l’architetto Venerando Russo della pronuncia del gup. “Non avevo nessun dubbio sull’esito del procedimento – dichiara l’ex dirigente – perché la vicenda era chiarissima. Non ho fatto altro che presentare ciò che mi era stato richiesto dall’amministrazione. Il sindaco mi aveva chiesto l’esatto ammontare del debito perché così avremmo potuto redigere il bilancio 2014. Io a quel punto gli ho preparato un prospetto con tutto l’ammontare del debito, così come mi aveva chiesto. La somma era pari a 4milioni e 80mila euro. Nella stessa giornata – prosegue Russo – ricevuta la lettera, mi ha chiamato dicendomi che la somma era troppo alta e che in quel modo non si poteva coprire il bilancio. A quel punto ci siamo incontrati io, lui, la segretaria ed il dirigente alle Finanze Lipari ed in quella sede si è deciso di fare un’ulteriore nota con la quale avremmo indicato l’ammontare del debito con riferimento solo al 2014. La somma era pari a circa un milione. Io ho telefonato in ufficio davanti a loro ed ho chiesto di preparare la nota. Qui finisce la storia. Chi ha commesso qualcosa non sono di sicuro io. Adesso – conclude – spero e auspico che queste spese le paghino i responsabili, non è corretto che a pagare siano ancora una volta i cittadini giarresi”.
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09 Dicembre 2017, 17:13