17 Gennaio 2015, 13:08
3 min di lettura
CATANIA – “Il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, così come concepito dal Governo nel novembre scorso e non ancora modificato, porterebbe all’imposizione di una maxi tassa pari a 23 milioni di euro solo per il comparto agrumicolo catanese”. Ad affermarlo è Agrinsieme Catania, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).
“Si tratterebbe di una stangata senza precedenti per l’agricoltura catanese, già alle prese con una crisi che sta mettendo a dura prova la capacità di resistenza delle aziende agricole, per questo motivo chiediamo ai nostri deputati nazionali e ai membri siciliani del governo di fare tutto quanto in loro potere per far si che il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, in calendario per il 26 gennaio prossimo, sia abolito.”, aggiungono i rappresentanti del coordinamento.
“Per rendersi conto della mazzata che l’agricoltura catanese potrebbe ricevere se il Governo nazionale non modificherà la normativa che impone il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli abbiamo effettuato dei calcoli che danno la misura della stangata che ci attende”, affermano dal coordinamento provinciale di Agrinsieme.
Secondo i calcoli di Agrinsieme per ogni ettaro di terreno coltivato ad agrumi un imprenditore dovrebbe pagare in media 600 euro. A Catania e provincia vi sono circa 38 mila ettari coltivati ad agrumi che dovrebbero dunque versare all’erario un importo di circa 23 milioni di euro. La tassa per ettaro sui terreni seminativi si attesta invece sui 150 euro, 145 la quota per gli uliveti. La quota ettaro per i terreni seminativi irrigui (ortaggi da pieno campo, carciofeti, campi di pomodori etc) sarebbe di 330 euro, 940 gli euro a ettaro che graverebbero sui terreni che ospitano ortaggi coltivati in serra e attività di florovivaismo.
“La nostra agricoltura è stata svantaggiata da accordi comunitari che ne penalizzano la competitività, dalla mancata revisione degli estimi catastali che non corrispondono ai reali valori del mercato e fa inoltre i conti con carenze infrastrutturali e contrazione del credito a cui si aggiungono fattori naturali, vedi la siccità dell’ultimo anno, che ne condizionano la resa”, spiegano ancora da Agrinsieme. “Aggiungere a tutto questo una tassa come l’Imu equivarrebbe ad affossare definitivamente un settore che ha bisogno di essere sostenuto e non solo a forza di belle parole”. “Per questo chiediamo l’abolizione dell’Imu sui terreni agricoli denunciando la mancata rimodulazione secondo criteri di equità e giustizia fiscale e l’indicazione del bislacco criterio altimetrico della residenza municipale per delimitare l’area di disagio dell’attività agricola nella fascia di territorio compresa tra la pianura e la montagna con conseguenze inique, oggettivamente non accettabili (Decreto MEF del 28 novembre 2014).”
“Siamo sicuri che il lavoro interministeriale stia continuando nella ricerca della giusta soluzione e i molteplici incontri inter-istituzionali, più o meno formali, nonché le dichiarazioni di diversi membri del Governo, sostengono la nostra convinzione, tuttavia è per noi necessario che la questione del pagamento dell’Imu agricola sia risolta in modo definitivo e chiaro, senza più proroghe e rinvii”, aggiungono dal coordinamento di Agrinsieme Catania. “Auspichiamo, dunque, un intervento risolutore dei Ministri competenti che anticipi la sentenza del Tar Lazio, che si esprimerà sulla questione il prossimo 21 gennaio”.
Pubblicato il
17 Gennaio 2015, 13:08