04 Giugno 2017, 20:06
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CATANIA – “Io sono Otello Mario Floresta, agente di commercio nel settore elettronico. Sposato con Silvia e padre di Ubaldo. Frequento il paese dal 1977; contrariamente a tanti, dormo a Catania, ma il giorno lo vivo tutto lì”. Si presenta così il candidato sindaco chiamato a raccogliere l’eredità di Carmelo Galati a Sant’Agata lì Battiati. Sportivo per passione, centrista per vocazione. Una vita politica al fianco di Filippo Drago, l’attuale sindaco neo leghista di Aci Castello. Ma quella, almeno per ora, è un’altra storia.
Dieci anni da assessore e vicesindaco, Floresta, lei è l’uomo della continuità. Impossibile aspettarsi critiche sulla stagione Galati, giusto?
“Certo che no. Anche se null’ultima fase abbiamo dovuto fare fronte anche noi a esigenze di bilancio”.
Lasciate un Comune con dei problemi?
“Guardi, noi abbiamo fatto finora una scelta ben precisa: quella di non indebitarci. Non abbiamo chiesto nulla alle banche. Abbiamo preferito ragionare esclusivamente sulle entrare dei cittadini, in una logica autentica da padri di famiglia”.
Quale sarà il suo primo atto da sindaco?
“Sulla scorta della mia esperienza di amministratore, le dico che non può esistere un primo atto propriamente detto. Abbiamo, invece, un programma di undici punti e lo realizzeremo secondo l’agenda della burocrazia. Io sono per fare le cose serie e bene. Senza illudere nessuno”.
Noto dell’assonanza tra il suo linguaggio e quello di Galati. Ne conviene?
“Sì, questo sì. Ho la sua stessa visione delle istituzioni. La differenza tra noi è che lui si è formato negli ambienti cattolici, mentre io in quello dello sport. Ma noto che Carmelo Galati è gradito alla cittadinanza. E voglio continuare su questa linea”.
A proposito di sport, pare che Battiati abbia perso piede ultimamente nonostante la medaglia olimpica di Rio Rossella Fiamingo si sia formata dalle vostre parti. Che fare?
“Le dico soltanto che bisogna mettere un punto e ripartire. Mi riferisco alle strutture, troppo vecchie e inadeguate”.
Sul versante scuole, invece, Battiati pare che sia diventata un punto di riferimento per tutta la cintura metropolitana.
“Assolutamente. Abbiamo quasi 2000 alunni che vengono, in parte, da fuori Battiati. Qualcosa vorrà pur dire. Ed in questo il nostro asilo nido è una vera eccellenza”.
Il suo competitor, che di professione fa l’imprenditore, parla di una gestione manageriale del Comune. Il paese ha bisogno di questo?
“Che vuol dire essere imprenditore di successo? La vita privata è una cosa, la responsabilità da amministratore è un’altra. Mi sembra difficile parlare di programmi e soluzioni. I problemi di questo territorio, un territorio di 3 chilometri quadrati, li sappiamo tutti. Programmi e soluzioni sono uguali per tutti. Se ci fossero altri sette candidati avrebbero le stesse idee…”.
Ci sarà mai un confronto pubblico con Marco Rubino?
“Il mio confronto deve essere con i cittadini. I nostri programmi sono simili. Che confronto vuole? Tempo perso. Rubino parli con i suoi uomini, in fondo alcuni di loro sono stati in maggioranza con Galati e conosco bene la vita amministrativa”.
Nella sua agenda non vedo neanche il comizio. Come mai?
“No, non ci sarà alcun comizio. Faremo l’apertura e la chiusura della campagna elettorale. Il resto è fantasia. A me interessa soltanto il confronto con la gente”.
Da qui può passare il messaggio che lei si sottrae al confronto. Non teme questo giudizio?
“Quello che gli altri vogliono pensare a me non interessa…”
Per concludere, qual è il futuro della Battiati che immagina?
“Battiati ha da sempre una sua vocazione. E noi dobbiamo garantire chi vuole venire a vivere da noi. Qualcosa l’abbiamo fatta per rafforzare la nostra identità, come la Rassegna jazz, e altro. Ed è su questa linea che vogliamo procedere”.
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04 Giugno 2017, 20:06