In commissione nessun "esperto" | Sanità, stop a una gara da 66 milioni - Live Sicilia

In commissione nessun “esperto” | Sanità, stop a una gara da 66 milioni

Secondo i giudici, la presenza di due uomini "di legge" e di una psichiatra non assicurava una corretta valutazione. Così, è tutto da rifare.

PALERMO – Nella commissione di gara c’è una psicologa, due uomini di legge e nessun vero esperto. Così, è tutto da rifare. Il Tar Sicilia ha annullato una maxi gara da 66 milioni di euro per la distribuzione delle cure di ossigentoterapia ai malati di insufficienza respiratoria cronica nella Sicilia occidentale. La composizione della commissione era illegittima e così tutti gli atti della gara sono viziati. Bisognerà bandire una nuova selezione.

È già la seconda volta che accade. l componenti di commissione estratti a sorte non vanno bene. A inizio gennaio il Tar ha annullato un altro maxi appalto sanitario dal valore di 202 milioni di euro. Nella commissione di gara per affidare i quattro lotti per le forniture elettromedicali c’era un geologo. Un tecnico insomma che per quanto qualificato potesse essere, non poteva essere ritenuto tale nel campo degli apparecchi sanitari. Anche in questo caso la vicenda segue identico copione.

Nell’agosto 2016 la Regione* ha emanato il bando per erogare il servizio di ossigenoterapia nelle aziende sanitarie provinciali di Palermo, Agrigento, Trapani e Caltanissetta. L’importo dei servizi messi a base d’asta era pari 66 milioni di euro. Il bando di gara prevedeva la selezione di tre imprese che avrebbero vinto la gestione del servizio le altre sarebbero state invece escluse. La gara è durata quasi due anni. Tre, come detto, le vincitrici, mentre due le escluse: la Medicair Sud e la Rivoira Pharma. Quest’ultima ha così iniziato a presentare i ricorsi prima contro l’esclusione e poi contro l’aggiudicazione definitiva.

All’individuazione delle tre aggiudicatarie dell’affare si è giunti il 28 agosto 2018. La prima classificata è stata la Vivisol a cui sarebbero spettati il 50 per cento dei pazienti da assistere e circa 18,2 milioni di appalto. Al secondo posto è arrivata la rete d’imprese composta dalla Sapio Life e dalla Giannitrapani che si è aggiudicata l’assistenza del 30 per cento dei pazienti e che sarebbe stata pagata con 7,7 milioni. L’ultima classificata in posizione utile è stata l’associazione di imprese composta dalla Linde Medicale e dalla Vitalair Italia. A queste ultime sarebbero spettate le cura del 20% dei pazienti a fronte di 6,6 milioni. I giudici amministrativi hanno però deciso che tutti i verbali di gara sono carta straccia.

Attorno alla composizione della commissione di gara ruotano tutte le cause che hanno portato i giudici ad annullare la procedura di selezione. Anzitutto la formazione dei tre commissari non rispetterebbe la legge che afferma che la maggioranza dei soggetti che valutano le offerte devono essere esperti dell’oggetto dell’appalto. Due dei commissari però erano esperti di diritto e uno solo era invece un esperto della materia. Per i giudici però non si può dire nemmeno questo.

Per i magistrati amministrativi il sorteggio dell’Urega è stato fatto nella categoria di esperti sbagliata e cioè quella che riguarda le “attrezzature mediche o i prodotti farmaceutici e per la cura personale”. Questa categoria però è sbagliata in quanto la sezione corretta da cui sorteggiare l’esperto era la sezione “servizi sanitari e sociali”. “L’appalto – scrivono infatti i giudici – ha ad oggetto l’affidamento di un servizio sanitario, ossia il servizio di ossigenoterapia domiciliare, e non, invece, l’affidamento di una fornitura per l’acquisto di attrezzature mediche o farmaci”.

Ma non finisce qui. “Il terzo componente- scrivono i giudici -, è una Psichiatra, ha un curriculum di alto livello epperò tutta l’esperienza ivi indicata concerne esclusivamente l’attività di psichiatria e di psicologia, tanto è vero che nell’elenco allegato al verbale del 17 novembre 2016 essa è qualificata come “psicologa”, sicché non risulterebbe avere maturato alcuna esperienza di ossigenoterapia domiciliare”. Insomma, per il Tar, il componente esperto sarà pure tale, ma non nella materia dell’appalto. Questa circostanza porterebbe così i togati a pensare che le valutazioni per l’affidamento di una gara così importante sono scaturite dal giudizio di una commissione non competente. Meglio dunque rifare tutto.

I giudici guidati da Calogero Ferlisi, infine, hanno sottolineano le responsabilità della Regione che non è sottratta al “potere-dovere di verificare in concreto, anche a valle del “sorteggio” operato dall’Urega, il possesso della specifica competenza, rispetto all’oggetto del contratto”.Insomma, il fatto che si proceda alla scelta dei membri delle commissioni con il sorteggio non vuol dire che l’amministrazione non debba poi controllare che i sorteggiati sappiano tenerla. E intanto, ecco il secondo stop a un maxi appalto nella Sanità siciliana.

* in una precedente versione dell’articolo avevamo fatto riferimento alla Centrale unica di committenza, che invece non ha avuto alcun ruolo nell’iter di questo appalto, gestito invece da altri rami della pubblica amministrazione regionale. Ci scusiamo per l’imprecisione con i lettori e con i diretti interessati.


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