In difesa di Vizzini e dei suoi|dopo l’ennesima intimidazione

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15 Giugno 2011, 09:44

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C’è una storia sommersa di minacce. Ne diamo conto appena, per salvaguardare chi si trova in mezzo, tra paura e indagini. Un collaboratore del senatore Carlo Vizzini ha ricevuto un’intimidazione. L’ennesima. Non diciamo di più. Non è una boutade. Infatti, stiamo scrivendo nella consapevolezza che la divulgazione della notizia non farà piacere allo staff del senatore: una prova di onestà, se ce ne fosse bisogno. Pensiamo, invece, che sia giusto rendere pubblica la circostanza, tacendo sugli elementi specifici che pure conosciamo.

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Carlo Vizzini è un uomo sotto tiro e non da oggi. Ci si può dividere politicamente, non è lecito voltarsi dall’altra parte al cospetto di una violenza concreta. Noi di Livesicilia proteggiamo il senatore come possiamo, dando risalto alle sue iniziative, raccontando le intimidazioni. E pubblicando un comunicato sull’ultimo provvedimento: ” Il Senato ha approvato nell’ambito del ddl Anticorruzione un emendamento del presidente della commissione Affari costituzionali, senatore Carlo Vizzini. Con la nuova norma si individuano attraverso disposizioni di legge una serie di attività di imprese particolarmente esposte al rischio di inquinamento mafioso, allo scopo di rendere realmente efficace la definizione, presso le Prefetture di elenchi delle cosiddette “white list”, ovvero delle imprese che – nel loro ambito di attività – sono considerate esenti da qualunque forma di condizionamento. La norma è flessibile nella sua configurazione ed il Governo potrà nel tempo modificare l’elenco perché si tratta di attività di impresa in se dinamiche e mutevoli così come mutevoli sono le forme di condizionamento della criminalità organizzata. (…) È una risposta anche a tutti i tentativi di intimidazione che in questo ultimo periodo abbiamo subito i miei collaboratori ed io. Non abbiamo ritenuto opportuno di rendere pubblici tutti gli inquietanti messaggi ed avvisi di cui siamo stati oggetto e che sono stati denunciati alle autorità preposte, ma i mafiosi debbono sapere che queste norme sono la nostra risposta e non ci fermeremo sino a quando la libertà di impresa non riprenda pienamente in una terra martoriata da chi quando non uccide gli uomini, uccide le libertà e ruba il futuro alle giovani generazioni”.

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15 Giugno 2011, 09:44

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