06 Novembre 2008, 10:40
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Ecco “i sintomi di un dramma ormai all’ultimo atto”: Negli ultimi due mesi 150 aziende sono state costrette a ricorrere alla Cassa Integrazione per il proprio personale. Confindustria Palermo e la Piccola Industria lancia l’sos.
Il caso della Metalmeccanica Meridionale – un’azienda che ha fatto la storia dell’economia palermitana – è emblematico. “E’ illusorio – scrivono in una nota congiunta i presidenti Nino Salerno e Giuseppe Seminara – pensare che la crisi non sta investendo e non investirà le imprese. I dati attualmente a nostra disposizione sono molto più che allarmanti: da settembre a oggi, in circa un mese e mezzo, sono circa 150 le aziende che sono state costrette a chiedere la Cassa Integrazione guadagni. Un numero più che raddoppiato rispetto allo scorso anno. Di queste aziende, molte hanno già chiesto l’acconto perché non hanno neanche la liquidità necessaria per affrontare le spese per il personale”.
Sono circa 90 le imprese che hanno motivato la richiesta di Cassa Integrazione Guadagni per mancanza di commesse. Una cinquantina le imprese che sono state costrette a far uso degli ammortizzatori sociali, invece, per eventi meteorologici (l’anno scorso per questo motivo non sono state superate le 20 richieste). “Il ricorso al credito non è così semplice come si vuol credere.
Mentre nel resto del Paese, gli imprenditori fanno sempre più ricorso a fondi chiusi e private equità – sottolinea Confindustria Palermo -, le aziende siciliane preferiscono il ricorso al credito ordinario. Quest’ultimo, sebbene sia molto più oneroso finanziariamente, garantisce agli imprenditori una risposta immediata. Le piccole e medie imprese siciliane infatti spesso si rivolgono agli istituti di credito per necessità che si presentano a breve. Il sistema imprenditoriale siciliano insomma ha un canale di finanziamento principale, quello del credito a breve termine erogato dal sistema bancario. I nuovi parametri di Basilea 2 dovrebbero portare a una radicale modifica dei rapporti banca-impresa”. “Tanto per fare un esempio – continua Confindustria Palermo – per molte aziende siciliane il ritardo tollerato di 180 giorni nel pagamento può rappresentare una mera utopia. Per le imprese che operano con le pubbliche amministrazioni si registrano ritardi medi di 10 mesi o addirittura di anni per talune imprese, come quelle che operano nei settori della sanità e dei lavori
pubblici”. In conclusione “occorre gestire in nuovi processi, decisamente più complessi rispetto al passato, cercando di minimizzare i costi, di ridurre i rischi operativi ma soprattutto di sfruttare le opportunità e le potenzialità che i nuovi metodi e gli strumenti di risk management consentono”.
Ecco perché le imprese hanno chiesto un incontro con tutti gli istituti di credito, “non un convegno, bensì una riunione operativa per tentare – tutti insieme allo stesso tavolo – di far fronte alla crisi”.
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06 Novembre 2008, 10:40