08 Gennaio 2021, 06:02
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PALERMO – “Non si è prenotata? Allora mi dispiace”: la collaboratrice di un medico di base fa dietrofont e se ne va. Niente vaccino anti Covid. A Villa delle Ginestre, a Palermo, da ieri gli operatori sanitari e ospedalieri si possono vaccinare solo dopo essersi prenotati su una apposita piattaforma on line.
In Sicilia, dal 30 dicembre a oggi, si è toccata quota 44 mila dosi somministrate. Ci vorrà tempo prima che si arrivi ai numeri che servono per parlare di campagna di massa. Nel frattempo l’ipotesi di essere classificati zona rossa è sul tavolo della politica ed è arrivato un primo stop alla riapertura delle scuole. Il governo Musumeci valuta misure restrittive.
La prenotazione, almeno per il periodo monitorato, ha evitato nella struttura di via Castellana il caos dei giorni scorsi quando si sono presentati in massa gli odontoiatri. Colpa di un messaggio circolato in chat e partito dal presidente dell’albo dei dentisti Mario Marrone. A conti fatti a un centinaio di loro è stato somministrato il vaccino prima che arrivasse lo stop del commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa e dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. “Un malinteso”, hanno detto.
In fila a Villa Ginestre, uno dei centri di vaccinazione dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, ci sono infermieri, medici e dipendenti amministrativi. Alle 14 “si deve attendere un poco perché i vaccini devono essere scongelati”. Si entra uno alla volta, si mostra il foglio di conferma della prenotazione e il badge di servizio. Dubbi, preoccupazioni? “Nessuno, ci affidiamo alla scienza”. Chi esce ha lo sguardo sollevato: “Tutto ok, nessun problema”.
Qualcuno, e in maniera composta, contesta la scelta di vaccinare per primi anche coloro che non fanno parte del personale sanitario in senso stretto. “Mi hanno detto che al momento non è il mio turno, che devo inviare comunque la documentazione via e mail e aspettare”, dice Cosimo Di Gioia, titolare di una residenza per anziani venuto a prendere informazioni.
Voci di corridoio e qualche scatto social di troppo per celebrare l’evento alimentano il sospetto che qualcuno abbia goduto di una corsia preferenziale anticipando i tempi. Insomma, si è imbucato. “Se è accaduto chi lo ha fatto se ne assumerà la responsabilità”, spiega Costa che aggiunge: “Non a caso e per evitare che qualcuno provi a fare il furbo facciamo compilare un’autocertificazione nelle quale si dichiara di lavorare in una struttura dell’Asp”. Parole che sembrerebbero fare presagire possibili controlli per scovare eventuali furbetti con amicizie o parentele influenti.
Di sicuro ieri a Villa delle Ginestre alle persone che arrivavano veniva chiesto il foglio della prenotazione. Le polemiche sul caos dei primi giorni hanno avuto degli strascichi, a conferma del clima di tensione e della falsa partenza organizzativa.
In un video postato in rete è rimasto immortalato il dialogo fra Massimo Darbisi, medico della riabilitazione di Villa delle Ginestre, e un gruppo di odontoiatri che protestava perché si erano vaccinate persone che non facevano parte delle categorie previste nella prima fase. Darbisi si è lasciato scappare una frase ingiuriosa nei confronti dell’azienda, invitando gli odontoiatri rimasti delusi, qualora ravvisassero delle irregolarità, a rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Ora dice di essere stato frainteso, che le sue parole sono state estrapolate da un contesto generale, e che stava solo cercando di evitare gli assembramenti che si erano formati. Assembramenti con tanto di turno per i vaccini scritto a penna su un foglio di carta. Insomma non è stata proprio l’immagine dell’efficienza. A Darbisi l’Asp ha notificato l’avviso dell’avvio di un procedimento disciplinare.
Qualcuno approfittando di una macchina organizzativa da rodare ha ricevuto il vaccino a Villa delle Ginestre, e non solo, scavalcando il turno? Si vedrà, intanto Costa per sgombrare il campo dagli equivoci spiega che “tutti coloro che lavorano in una struttura ospedaliera, dal magazziniere al primario, rientrano nel target della prima fase della campagna di vaccinazione perché tutti hanno contatto con i pazienti o con il personale che se ne prende cura “.
Stessa cosa nei vari uffici dell’azienda sanitaria dove gli operatori hanno a che fare con il pubblico. La ratio seguita è quella ministeriale che si pone l’obiettivo di rendere gli ospedali strutture schermate contro il virus dove operare e curare in sicurezza sia i contagiati dal Covid che chi soffre di altre patologie. Da alcuni giorni sono iniziate le vaccinazioni di pediatri e medici di famiglia. Anche nel loro caso, prima esclusi e poi ammessi dall’iniziale fase di vaccinazione, si è creata confusione.
A Palermo è quasi esaurita la prima fornitura di 8.190 vaccini, ma è già pronta la seconda di circa 4 mila. In tutta la Sicilia sono circa 44 mila le persone già vaccinate. Solo in Lazio e Veneto ce ne sono state di più. La percentuale di dosi utilizzate rispetto a quelle consegnate in Sicilia è del 56% e l’Isola si piazza a metà fra la Calabria, la regione che ha fatto peggio in Italia ferma al 21% e la più virtuosa che è il Veneto con il 58% (bisogna tenere conto che la consegna del nuovo lotto di vaccini è del 5 gennaio).
Siamo ancora lontani dai numeri che vanno raggiunti nelle vaccinazioni di massa. Basti pensare che nella sola Palermo nella prima fase sono previste 140 mila somministrazioni. Così suddivise: 79.000 professionisti della sanità e personale che opera in ambito ospedaliero; 21.500 ospiti e 10.000 operatori delle 1.465 Residenze sanitarie assistite; 8.600 operatori della sanità privata; 3.092 operatori del 118; 4.700 tra medici di base e pediatri; 1.455 collaboratori degli studi dei medici di base e dei pediatri; 2.956 operatori di continuità assistenziale ed emergenza territoriale; 4.527 unità di personale assunto per l’emergenza Covid; 800 studenti dei corsi di medicina generale; 3.534 specializzandi.
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