13 Marzo 2019, 12:17
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MESSINA – “Ad Alessandra. Ti penserò sempre col sorriso sulle labbra e con quella tua inconfondibile risata, tra i tanti bei ricordi una lacrima brillerà sempre sul mio viso. Non potrai mai leggere i miei pensieri su questo spazio ma ti arriveranno sempre lassù, nell’infinito, ove regna la tua anima solare. Chi vive nel nostro cuore non morirà mai”. Poche righe descrivono il dolore e l’amore, nel giorno dell’addio ad Alessandra Musarra, la ragazza di 29 anni uccisa nella sua abitazione di Santa Lucia sopra Contesse, a Messina. Per l’omicidio è accusato il fidanzato, Cristian Ioppolo di 26 anni.
Al funerale, celebrato in cattedrale, hanno partecipato migliaia di persone. La città si è stretta con un grande abbraccio alla famiglia della ragazza. In prima fila, davanti al feretro su cui si trovano la fotografia e il messaggio rivolto alla giovane, la madre, il padre, le sorelle e il fratello della 29enne. La bara è stata coperta da decine di fiori bianchi, portati al duomo da amici, parenti e conoscenti di Alessandra, su invito di chi le ha voluto bene e ha diffuso un appello sui social nelle scorse ore: “Venite con un fiore bianco in chiesa, per dimostrare l’amore e lanciare un messaggio contro tutte le violenze. Dobbiamo dire basta”.
Presente il vice sindaco Salvatore Mondello in rappresentanza dell’amministrazione comunale e il prefetto Maria Carmela Librizzi. L’omelia di monsignor Giuseppe La Speme, rettore della cattedrale di Messina, si è concentrata sulla necessità di riflettere sull’ennesima giovane vita spezzata dalla violenza: “Questa morte, come purtroppo tante altre, ci deve far riflettere, perché a rimanere sconvolte non sono soltanto le persone più vicine ad Alessandra, ma l’intera comunità. Dobbiamo cercare di capire, dobbiamo puntare ad una crescita interiore che porti tutti noi a rimboccarci le maniche per rispettare il nostro prossimo. Affidiamo a Maria, che ha sofferto come madre per il sacrificio del Figlio, il dolore dei genitori e dei fratelli di Alessandra, soltanto così possiamo alzare il capo e sentirla sempre vicina nei nostri ricordi. Questo silenzio che si percepisce nonostante la numerosa presenza di persone in chiesa è un silenzio che dice tanto, soprattutto l’incapacità di saper dare delle risposte ai mille perché che sorgono dinnanzi a circostanze simili. Non ci sono parole che possono confortare, non ci sono risposte, non si può soddisfare il nostro desiderio di conoscere, capire e sapere”. E ancora: “Ci stringiamo fraternamente a papà e mamma, fratelli e parenti tutti per esprimere il nostro calore umano, la nostra vicinanza e la nostra compassione in questo momento di dolore ancora increduli per la morte improvvisa di Alessandra. Viviamo questo silenzio – ha proseguito La Speme – che è quasi una strada che si apre nel cuore, attraversata da una luce che illumina”.
La ragazza è stata trovata senza vita, nel suo appartamento, la mattina del 7 marzo. Era stata picchiata selvaggiamente. A trovarla in un lago di sangue, il padre Luciano, giunto sul posto dopo aver ricevuto un messaggio che avrebbe inviato lo stesso Ioppolo, fingendo di essere la vittima. Il ragazzo è stato fermato dalla squadra mobile, il provvedimento è stato poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari, che ha ritenuto i suoi vuoti di memoria “una strategia”. “Vogliamo giustizia per mia sorella – ha detto a LiveSicilia Carmen Musarra -. Alessandra è stata picchiata a morte da chi diceva di amarla. Non avrò pace fino a quando questa persona non pagherà per ciò che ha fatto”.
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13 Marzo 2019, 12:17