Cronaca

In piscina nella villa confiscata alla mafia e con la luce rubata

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15 Febbraio 2021, 08:32

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PALERMO – Una condanna e un’assoluzione al processo per il furto di energia elettrica in una villa confiscata alla mafia. In appello cade l’accusa per Gaetano Amato (in primo grado era stato condannato a sei mesi), confermati i 4 mesi di carcere inflitti d Angelo Geloso.

Nel luglio 2020 Amato, difeso dall’avvocato Filippo Sabbia, era uscito da pochi giorni dal carcere dopo avere finito di scontare una pena e si era trasferito in una villa in via TS 25, nella zona dello Zen. Non una villa qualsiasi, ma un immobile confiscato alla mafia, occupato dal figliastro Angelo Geloso.

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Non solo ha occupato abusivamente una villa confiscata alla mafia, ma Geloso avrebbe pure rubato la luce per alimentare i motori di depurazione della piscina.

I carabinieri durante un controllo erano stati attirati dal rumore del motore che alimentava i depuratori della piscina. Amato disse che nulla sapeva del furto di energia ed è la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Sabbia, mentre Geloso ha confessato. Resta aperto il capitolo sull’occupazione abusiva dell’immobile.

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15 Febbraio 2021, 08:32

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