21 Luglio 2011, 12:44
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Oggi ricorre il 32esimo anniversario della morte di Boris Giuliano, Giorgio per amici e parenti, vicequestore e capo della Squadra Mobile di Palermo, poliziotto irreprensibile dallo sguardo triste ma sicilianissimo spirito allegro, ucciso il 21 luglio del 1979 da sette colpi di pistola sparati alle spalle da Leoluca Bagarella. Molti lo chiamavano lo “sceriffo”, altri il “poliziotto americano”. Fu tra i primi, in Italia, ad affinare le tecniche investigative alla scuola dell’Fbi di Quantico. È stato un personaggio difficilmente ascrivibile nei modelli tipici del poliziotto anni ’70. Nemico giurato dei Corleonesi, intuendone per primo la crucialità all’interno di Cosa Nostra, è stato l’unico ad aver avuto il coraggio di convocare nel suo ufficio don Tano Badalamenti. Indagò sulla morte di Mauro De Mauro, giornalista de L’Ora, strinse una fitta collaborazione con Leonardo Vitale, primo grande pentito di Mafia, e collaborò costantemente con l’Fbi per sgominare le grosse tratte italoamericane del traffico di eroina. Fino a quando il 21 luglio di trentadue anni fa, in una caldissima mattinata palermitana, come scrisse Daniele Billitteri nel libro dedicato all’amico scomparso, “voleva pagare solo un caffè al bar Lux e la Mafia gli fece pagare tutto”.
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21 Luglio 2011, 12:44