20 Marzo 2014, 19:50
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PALERMO – All’ordine del giorno della seduta d’aula c’era la discussione di undici nuovi disegni di legge e la votazione finale sulla norma di riqualificazione dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Ma a Sala d’Ercole c’erano solo sei deputati.
A presiedere la seduta il vicario Antonio Venturino. Il vicepresidente si è trovato davanti al desolante spettacolo di un’aula completamente vuota, ancora una volta. Tra i banchi dei deputati, soltanto altri cinque parlamentari: il segretario di turno, Nicola D’Agostino (Udc), la deputata di Articolo 4 Valeria Sudano, l’ex segretario del Partito democratico Giuseppe Lupo, Luisa Lantieri del Pid-Grande Sud e Giuseppe Milazzo del gruppo Misto (vicino al ritorno in Forza Italia).
Assenti tutti gli altri 84 deputati, e il governo. Un esecutivo che ieri ha perso uno degli assessori che rivestiva un settore-chiave come quello dell’Economia, soprattutto adesso che la ‘mini’ finanziaria è arrivata in commissione Bilancio. Un documento da 300 milioni in tutto, con tagli del 20 per cento per la maggior parte di enti regionali che garantisce stipendi, e che prevede l’azzeramento di alcune somme previste nel vecchio ‘Allegato 1’ della finanziaria impugnata dal commissario dello Stato a gennaio scorso, come quella inizialmente prevista per il Cerisdi.
I capigruppo dell’Ars, nel frattempo, erano riuniti con il presidente Giovanni Ardizzone in conferenza dei capigruppo: all’ordine del giorno, l’applicazione della spending review. E non erano tra i banchi neanche i deputati del Movimento 5 Stelle, che però si giustificano: “Eravamo tutti presenti a Palazzo dei Normanni, ma mentre stavamo andando in aula ci hanno detto che avevano già chiuso”.
Così, la discussione di ddl come quello sull’ineleggibilità e incompatibilità degli amministratori di liberi consorzi e città metropolitane, la legge sull’istituzione degli ecomusei in Sicilia, o le norme in materia di pianificazione, è stata rinviata a martedì. Nel frattempo, il governo regionale dovrebbe affrontare una volta e per tutte il tanto annunciato rimpasto. Possibilmente, prima che la nuova manovra arrivi a Sala d’Ercole.
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20 Marzo 2014, 19:50