28 Aprile 2022, 17:02
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PALERMO – È una strage consumata nel silenzio, quella provocata dall’amianto. Secondo l’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto, soltanto in Sicilia per quanto riguarda i mesoteliomi, ossia i tumori legati all’esposizione al materiale, si parla di circa 1.850 casi dal 1998 ad oggi. E, considerando una mortalità del 93% nei primi cinque anni, si calcolano circa 1.720 decessi, cui se ne aggiungono circa 3.500 per tumore del polmone e ulteriori mille per le altre malattie asbesto correlate. Totale: oltre 6.200 morti.
Sono numeri drammatici quelli emersi oggi in occasione dell’incontro ‘Missione Amianto zero: cosa, perché e come’, organizzato dal Comitato consultivo provinciale Inail Palermo, in collaborazione con Sicindustria Palermo e con gli altri componenti – organizzazioni sindacali e associazioni datoriali – del medesimo organo. Un momento di confronto, in occasione della Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto e del trentesimo anniversario della legge 257 del 92 che ha messo al bando l’amianto in Italia.
L’Italia è stata uno dei primi paesi al mondo a vietare l’estrazione, l’importazione, la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione e l’esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono, ma il lavoro da fare è ancora tanto, come ha spiegato Diana Artuso, direttore Inail Palermo: “Ci sono oltre tremila tipologie di manufatti contenenti amianto con percentuali variabili tra il dieci e il novantotto per cento in peso e vengono realizzate diverse miscele, principalmente con cemento, plastiche, bitumi e vernici”.
Dal 2015 c’è un asse di finanziamento alle imprese che investono in sicurezza specificamente indicato per la bonifica da materiali contenenti amianto e in Sicilia sono stati presentati 256 progetti dal 2015 al 2018. I siti attualmente censiti nell’Isola come contenenti amianto ammontano a poco meno di ventimila, praticamente un quinto di quelli attualmente censiti a livello nazionale che sono 108mila secondo la mappatura amianto 2021 del ministero.
“La situazione è evidentemente drammatica – ha detto Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – e conferma la necessità di provvedimenti incisivi e non prorogabili a tutela della salute che vadano nella direzione della messa in sicurezza e della bonifica degli edifici e dei territori contaminati dall’amianto. Per questo abbiamo proposto una misura come il credito di imposta per le aziende che eliminano l’amianto. La Sicilia è tra le regioni italiane più in pericolo a causa della massiccia presenza di amianto e riteniamo che sia diritto dei lavoratori esposti potere contare sul prepensionamento e sulla rivalutazione pensionistica e, in caso di patologia asbesto correlata, ottenere l’accredito delle rendite e del Fondo Vittime Amianto e dei benefici amianto”.
“Il ruolo delle parti sociali – ha concluso Maria Colosimo, rappresentante dell’Area lavoro e welfare di Sicindustria Palermo – è quello di prevenire il rischio amianto o comunque attenuare le conseguenze dannose che da quel rischio derivano. Il fatto che l’evento si sia svolto in una sede datoriale è segno di un profondo cambiamento culturale del mondo imprenditoriale che, in questi anni, ha investito in sicurezza e continua a farlo”.
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28 Aprile 2022, 17:02