Inammissibile la “salva-precari” | Faraone: “I soliti gufi…”

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02 Dicembre 2015, 19:41

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PALERMO – Quella proposta aveva fatto storcere il naso a molti. Dai sindacati all’ex ministro che ha messo la sua firma sull’ultima legge che riguarda i precari siciliani. E adesso, è arrivato anche lo stop della Commissione bilancio della Camera alla proposta avanzata dal sottosegretario Davide Faraone che prevedeva l’istituzione di una mega Agenzia per i precari siciliani. Oltre 22 mila. In qualche caso a rappresentare metà del personale dei Comuni. Alcuni precari da vent’anni. Per Montecitorio la proposta di Faraone è “inammissibile”. Il sottosegretario minimizza: “Tutto previsto, l’ipotesi è ancora in piedi ed è legata alla ‘trattativa’ tra Regione e Stato sui conti”. In mezzo, i lavoratori. Sempre più confusi riguardo al proprio destino.

Perché nel frattempo si attende almeno la proroga dei contratti. Proroga che, legge D’Alia alla mano, sarebbe concessa solo in quei Comuni che hanno avviato il processo di stabilizzazione. Un avvio che era però subordinato a una serie di condizioni. A cominciare dai bilanci in ordine oltre alla predisposizione di una piana organica. Condizioni che riguardano pochisissimi enti.

Intanto, come detto, è stato dichiarato inammissibile l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva la stabilizzazione dei 22 mila precari degli enti locali siciliani, con la creazione di un’Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato. Ad annunciare l’emendamento era stato lo stesso sottosegretario Davide Faraone che aveva parlato del via libera del governo Renzi a “una norma speciale, solo per la Sicilia” che avrebbe garantito “finalmente la stabilizzazione di tutti i precari storici dell’Isola”. “L’emendamento è stato definitivamente dichiarato inammissibile”, dice il deputato del Pd Giuseppe Berretta, componente della commissione Lavoro alla Camera.

Ma Faraone, che aveva avanzato quella ipotesi precisa: “Nessuna bocciatura. Il progetto dell’Agenzia del Lavoro – ha detto – va avanti, parallelamente all’operazione di risanamento dei conti della Regione Sicilia. Nonostante i gufi siciliani, che si sono scatenati con le loro critiche all’indomani della proposta, noi procediamo con impegno e convinzione. Il governo nazionale e quello regionale stanno già lavorando, nell’ambito di questa Legge di Stabilità, per trovare una soluzione che risani in maniera strutturale il disavanzo di bilancio della regione. Dai tempi di realizzazione di questa operazione dipende la nascita dell’Agenzia”.

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E in quelle parole appare evidente la “frecciata” proprio a D’Alia che aveva parlato di “interventi assistenziali da evitare” e di una proposta, quella di Faraone, non troppo convincente. Tensioni tutte interne alla maggioranza sia romana che siciliana. Il Pd e l’Udc sono infatti alleati sia a sostegno del governo nazionale che di quello regionale.

“Dopo la riscrittura dell’emendamento – continua Faraone – stiamo valutando, insieme al Mef, l’impatto finanziario pluriennale che l’Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato inevitabilmente comporterà. Per questo è necessario che la copertura del disavanzo del bilancio della nostra regione diventi strutturale, e non concesso una tantum. Una copertura che dovrà avvenire seguendo un duplice meccanismo: da una parte frutto delle maggiori entrate derivanti dell’intesa con il governo nazionale, dall’altra risultato dell’attività di contenimento della spesa operata del governo regionale attraverso l’attuazione delle riforme necessarie”.

Ma a quella operazione dovrà essere lo stesso governo nazionale e soprattutto la maggioranza a dare l’ok. E i dubbi sono proprio lì. Se infatti sarebbe stata trovata la copertura per il disavanzo da 1,4 miliardi per quanto riguarda il 2016, pare ci sia qualche difficoltà nel rendere quelle entrate “strutturali” quindi programmabili anche per gli anni a venire.

“Tutto si tiene – insiste però Faraone – le riforme del governo regionale, l’impegno del governo nazionale per far quadrare i conti siciliani. E quindi, oltre alla proroga dei contratti, continuiamo a lavorare alla creazione di un’Agenzia, grazie alla quale, finalmente, si potrà procedere – conclude – a una razionalizzazione delle risorse professionali, utilizzando le competenze dei 22.000 precari in maniera funzionale rispetto alle reali esigenze della Sicilia. Grazie ai parlamentari siciliani del Pd per la loro proposta, perché rappresenta un approccio positivo alla questione occupazionale siciliana”. E un incontro si è tenuto in serata tra il sottosegretario e la delegazione siciliana del Pd nel parlamento nazionale. Una riunione alla quale, a quanto si apprende, non ha preso pate il segretario regionale del Pd Fausto Raciti.

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02 Dicembre 2015, 19:41

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