“Mancata dismissione inaudita| Si accertino le responsabilità”

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26 Marzo 2013, 16:47

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PALERMO – “Tra i soci del Consorzio Universitario della provincia di Palermo figura ancora oggi la Provincia Regionale di Palermo, nonostante il Consiglio provinciale abbia deliberato nel 2011 la sua dismissione. È inaudito che il presidente Avanti, in questi due anni, non abbia dato seguito alla delibera e abbia permesso che tale permanenza influisse pesantemente sul bilancio dell’Ente”. Queste le dichiarazioni di Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all’Ars che ha presentato un’interrogazione urgente rivolta al Presidente della Regione e all’assessore agli Enti Locali per sapere se non si ritiene opportuno inviare celermente un’ispezione presso la Provincia Regionale di Palermo, ‘al fine di procedere all’accertamento delle responsabilità che conseguirebbero dal palese inadempimento, sia da parte degli Organi Politici Provinciali, sia da parte dell’amministrazione attiva della Provincia Regionale di Palermo sia del Consorzio Universitario, anche e soprattutto alla luce di quanto dichiarato dal Collegio dei Revisori dei Conti, relativamente all’aggravio finanziario che ne è derivato dal mantenimento in vita della partecipazione societaria; se non occorra inviare apposito commissario ad acta al fine di revocare la partecipazione della Provincia Regionale al Consorzio Universitario di Palermo, in ottemperanza a quanto deliberato in sede di Consiglio Regionale Provinciale; se a seguito di apposita verifica non si ritenga opportuno valutare la trasmissione degli atti ad altri organi istituzionali competenti’.

“Non riesco a comprendere quali siano le motivazioni che spingono il presidente Avanti a non dare seguito alla delibera che è stata peraltro più volte sollecitata dallo stesso Consiglio. Inoltre – continua Ferrandelli – la Provincia Regionale di Palermo, oltre ai finanziamenti finora erogati, partecipa all’attività del Consorzio con proprio personale che è stato arbitrariamente distaccato presso il Consorzio, ha dato in affidamento parte del proprio patrimonio immobiliare, con una evidente ed distrazione di beni che non vengono più utilizzati per le finalità istituzionali della Provincia stessa. Nonostante il danno erariale che la mancata dismissione sta provocando – spiega il deputato – il presidente della Provincia ha chiesto formalmente di bloccare la delibera consiliare, non rispettando neanche la volontà espressa dal Consiglio. La delibera però non può essere revocata, essendo trascorsi circa due anni dalla data di adozione, senza che vi sia “un interesse pubblico e concreto”.

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“Il recesso – conclude Ferrandelli – va dunque considerato effettivo e operativo. Si tratta infatti di un processo di dismissione delle partecipate che ha come obiettivo finale quello di razionalizzare la spesa ed evitare ulteriore sperpero di denaro pubblico, senza alcun ritorno in termini di investimenti e produttività”.

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26 Marzo 2013, 16:47

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