04 Settembre 2019, 12:45
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“Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”. E’ questa la frase di don Pino Puglisi che campeggia all’ingresso del piccolo museo dedicato al sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993 inaugurato ieri a Godrano, piccolo centro nel palermitano, alla presenza di Corrado Lorefice arcivescovo Metropolita di Palermo.
Don Puglisi fu parroco di Godrano dal 1970 al 1978 in un periodo, si legge sul sito del museo, “segnato da forti diatribe tra le famiglie che lui riuscì a riconciliare con la forza del perdono”. E di quegli anni i tanti godranesi allora bambini e adesso adulti ricordano le tante istanze da lui portate avanti e il suo forte impegno a favore dei giovani.
All’interno del museo verranno custoditi i paramenti sacri utilizzati dal beato Pino Puglisi, documenti, testimonianze fotografiche, quadri e oggetti che ricordano la sua figura e il suo impegno per gli ultimi. Saranno esposte anche diverse opere realizzate in sua memoria da artisti internazionali e il museo apre le porte alle testimonianze e al contributo di quanti volessero ricordare la figura di don Pino attraverso una immagine personale o una fotografia.
Un progetto nato dal basso e voluto con forza dalla comunità di Godrano che ha coinvolto l’intero territorio e visto l’impegno di maestranze, artigiani, imprese e semplici cittadini coinvolti a vario titolo nella realizzazione del museo. “Siamo orgogliosi e soddisfatti di aver potuto contribuire al progetto di ristrutturazione dell’edificio che ospita il museo di Don Pino Puglisi che ci ha dato la possibilità di far toccare con mano la bellezza dell’acciaio Corten nelle varie tipologie d’applicazione”, ha detto Fabio Calandrino, responsabile di Edil Sider Spa., azienda siciliana che ha fornito tutti i materiali realizzati in Corten, partendo dai profili per serramenti della Secco Sistemi, gli ingressi della struttura museale e gli elementi d’arredo interni.
Don Pino Puglisi credeva fortemente nel valore della cultura come mezzo di rinascita e di riscatto. E il museo a lui dedicato rappresenta una testimonianza viva di quel valore. “Non si comportava solo come un sacerdote” racconta don Massimiliano Purpura, che ha lanciato l’idea del museo di Godrano, “ma svolgeva anche un ruolo di guida e di promozione sociale: in paese tanti ricordano che ai ragazzi più vivaci regalava libri e non parlo di libri di interesse teologico”.
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04 Settembre 2019, 12:45