Inaugurato l’anno giudiziario |I nodi del “sistema” Catania

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24 Gennaio 2015, 13:37

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CATANIA – E’ una relazione dura quella di Alfio Scuto, Presidente della Corte d’Appello di Catania per l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2015. Enormi sforzi da parte della magistratura del distretto che però non può fare miracoli. Scuto parla di “handicap”: quel deficit di risorse “costituito dai vuoti d’organico del personale di magistratura che affliggono, in misura maggiore o minore, quasi tutti gli Uffici del distretto, e in particolare quelli di primo grado”. Il periodo preso in esame è quello che va dal primo luglio 2013 al 30 giugno 2014 e i dati del CSM sono “drammatici”.

“Allo stato le scoperture distrettuali – scrive il presidente – si attestano su una percentuale media del 10,98 per gli Uffici giudicanti e hanno raggiunto addirittura quella del 22,34 per gli Uffici requirenti”. E Scuto torna a fare pressioni sul nodo dell’edilizia giudiziaria. E il pensiero va al Palazzo delle Poste, lasciato nel degrado e qualche settimana fa oggetto anche di un servizio del tg satirico di Striscia La Notizia, l’Ascoli Tomaselli al palo e poi la nuova idea di trasformare le stanze dell’Hotel Excelsior in aule di tribunale.

un momento della cerimonia

“Presso il Tribunale di Catania – scrive il Presidente della Corte – rimane però tuttora insoluto il grave problema della gestione logistica dell’accentramento delle ben sette sezioni distaccate già presenti nel suo circondario, che si aggiunge e rende più urgente l’ormai nota ed annosa questione dell’allogazione degli uffici giudiziari catanesi, già carenti di spazi sufficienti e di strutture adeguate”

E non manca di ironia Scuto quando dopo aver snocciolato deficit, handicap, gap e problematiche serie che “ingolfano” il lavoro della magistratura catanese in ogni settore e in ogni tribunale del distretto, evidenzia come tutto questo poi porterà ad un effetto boomerang. Per la lentezza della macchina della giustizia e dei processi lumaca i polici prevede Scuto saranno tutti puntati contro la magistratura. “Ed è da scommettere che, di fronte a tale incontestabile stato di cose, da parte di molti – sottolinea il presidente – si continuerà comodamente e sconsideratamente ad insistere sull’esclusiva responsabilità dell’Ordine giudiziario per l’eccessiva durata dei processi e a chiederne conto e ragione proprio a coloro che, con altissimi indici di produttività riconosciuti da organismi sovranazionali, tra i più alti in campo europeo (Rapporto CEPEJ 2014), si adoperano al meglio per contenere e, per quanto possibile, ridurre il triste fenomeno. Più realisticamente, va ammesso che, nell’appena sunteggiata situazione generale di ristrettezza di risorse umane e materiali, l’Amministrazione della Giustizia non è nelle condizioni di assicurare la “magnifica opera di ricamo” che pur si pretenderebbe, ma può solo offrire ‘un onesto lavoro di cucito’”.

Il presidente della Corte d’Appello si fa portavoce dell’urlo lanciato dalla Procura di Catania. “Un altrettanto “grido di dolore” – scrive – viene dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania, che reclama come “indilazionabile” l’adeguamento dell’organico dei magistrati anche in rapporto a quell’enorme “sommerso” di criminalità (basti pensare al fenomeno delle estorsioni e dell’usura) e di illegalità (si pensi alle forme di uso predatorio delle risorse pubbliche) che viene ad emersione proprio quando si fa più efficace l’azione dei pubblici poteri, e lamenta come per l’appunto sia andata perduta l’occasione della recente revisione delle piante organiche, in occasione della quale nessun aumento è stato previsto per quell’Ufficio”. La situazione del Tribunale di Catania è “drammatica” dal punto di vista del personale amministrativo.

“E’ migliorata la produttività”. Evidenzia Scuto. Il distretto della Corte d’Appello di Catania a dispetto degli ostacoli di risorse “produce”. Nel settore civile va registrata l’ottima performance della Corte d’Appello che nel periodo in questione, – scrive ancora Scuto – con una sopravvenienza stabile e grazie ad una maggiore produttività delle sezioni civili, è riuscita a ridurre la pendenza dei procedimenti contenziosi e camerali di un ulteriore 4,92%.”

Colpiti i patrimoni mafiosi. “Per quanto riguarda, invece, i reati in materia di criminalità organizzata, – scrive ancora Scuto – sono diminuiti rispetto ad anni scorsi i processi per fatti di sangue, mentre costanti sono i processi per reati contro il patrimonio. In ordine al contrasto alla criminalità organizzata, la risposta certamente più incisiva che lo Stato può dare a tale fenomeno, risiede soprattutto nell’azione di contrasto nei confronti dell’ accumulazione illecita, la quale inevitabilmente finisce sempre più col soffocare le forme di economia sana presenti sul territorio. In tale settore va ricordata – aggiunge – l’incisiva attività svolta dal Sezione del Tribunale che tratta delle misure di prevenzione in materia di confisca di patrimoni accumulati illecitamente”.

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Scuto quando affronta il tema della giustizia minorile tira le orecchie a Rosario Crocetta: “La Regione Sicilia è una delle poche in Italia che non ha ancora provveduto alla nomina del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, con conseguente necessità per il Tribunale minorile catanese di promuovere azioni di coordinamento e di armonizzazione degli interventi multidisciplinari per le dovute scelte di giustizia sul territorio di competenza”.

Non dimentica gli avvocati Alfio Scuto, intervenuti con una relazione del Consiglio Forense, al quale dedica un ampio passaggio proprio nelle prime pagine della sua relazione. “Li assicuro – scrive – sulla mia ferma convinzione che l’attuazione del “giusto processo” e la realizzazione di un servizio idoneo, anche qualitativamente, a soddisfare le esigenze dei cittadini non possono che essere obiettivi comuni di magistrati ed avvocati, al di là dei rispettivi ruoli e della fisiologica dialettica su singoli aspetti dell’Amministrazione della Giustizia”.

Intervento anche dell’avvoacato Carla Pappalardo, delegato dell’OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura) per il Distretto di Catania che ha chiesto con “urgenza una riforma del penale, della prescrizione, aggredendo il problema della corruzione, uno dei “cancri” dell’Italia, della grande criminalità organizzata ed economica e dando risposte adeguate e di civiltà alla crescente preoccupazione nelle nostre città sui temi della sicurezza”.

Per l’Anm è intervenuto il segretario della giunta Alessandro Dagnino, che tra i vari argomenti ha evidenziato come il lavoro dell’associazione catanese continua “sull’obiettivo della trasparenza degli uffici giudiziari e del confronto con la società civile”. E per questo ha ricordato le iniziative intraprese, non ultima quella dell’”apertura del palazzo di giustizia ai ragazzi delle scuole ed ai cittadini tutti” della scorsa settimana. Questa anche al fine di chiarire a chi vive fuori dai palazzi di giustizia “le reali condizioni in cui magistrati, avvocati e personale di cancelleria sono costretti ogni giorno a svolgere il proprio lavoro”.

La protesta dei Radicali

Fuori dal Palazzo di Giustizia, la protesta dei Radicali. Rita Bernardini ha annunciato la denuncia alla Corte dei Conti del presidente Rosario Crocetta per “la mancata nomina del garante dei detenuti”.

Il Palazzo della Giustizia, insomma, sembra essere la cartina di tornasole di una situazione di dramma che accomuna ogni settore economico, sociale e professionale. Uno scenario che innesca disperazione e voglia di percorrere le vie più “facili”, a volte molte vicine alle zone grigie dell’illegalità. E Scuto alza le coscienze e cita Corrado Alvaro, quando sessant’anni fa lanciava un avvertimento. Parole di un’attualità quasi “disarmante”: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”.

 

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24 Gennaio 2015, 13:37

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