08 Novembre 2008, 19:18
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Ancora il taglio di un nastro all’aeroporto di Birgi. Questa volta per inaugurare la consegna all’Airgest, la società che gestisce lo scalo, del primo piano dell’edifico. Ospiterà i passeggeri in partenza e sarà operativo entro i prossimi 15 giorni. Una inaugurazione, quella di oggi, che è stata occasione per fare il punto della situazione su una infrastruttura che nel corso degli anni è stata più volte protagonista di crisi, polemiche e rilanci.
“Si tratta di un momento – ha sottolineato Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest – in cui la soddisfazione prende il sopravvento su tutto il resto e non lascia spazio a polemiche, stanchezza, insidie affrontate o ancora da affrontare”.
Ombra ha parlato di obiettivi conseguiti con caparbietà. “Abbiamo un’aerostazione – ha detto – dove quotidianamente transitano numerosissimi turisti stranieri”. Dopo le polemiche del settembre scorso, il rilancio è arrivato la scorsa settimana fa, con la decisione di Ryanair di avere a Birgi la sua settima base operativa in Italia e prima nel Sud della penisola, con 2 aeromobili stanziali nel 2009, 4 dal 2010 e 100 uomini Ryanair operativi a Birgi.
“Far diventare Birgi e il territorio trapanese base Ryanair per il sud Italia – ha aggiunto il presidente – ha un profondo significato e consegna alla nostra provincia una grossa opportunità di crescita. Ryaniar è un volano che ci aiuterà ad acquisire visibilità, ma il nostro obiettivo è quello di proseguire con nuovi collegamenti”.
E, intanto, per quel che riguarda il piano di ristrutturazione dello scalo si è partiti con il primo piano, mentre “la restante parte dei lavori – ha chiarito Ombra – verranno completati entro l’anno, Si resta, invece, in attesa del rilascio della concessione aeroportuale definitiva da parte dell’Enac”.
Una certificazione che attesterebbe l’avvenuto allineamento dello scalo ai parametri europei di safety e security.
“Ci troviamo in una fase di crisi del settore – ha spiegato Vito Riggio, presidente dell’Enac – ma è fondamentale che proprio in questa fase si lavori bene. La crisi passerà ed è importantissimo che il territorio non si faccia trovare impreparato”.
Riggio ha, poi, puntato l’attenzione sulla necessità di uno sviluppo “sistemico” degli aeroporti siciliani. Non più una guerra, ma un piano condiviso che conduca ad una “specializzazione” dei quattro scali siciliani: Comiso (per la Sicilia orientale) e Birgi (per la Sicilia occidentale) specialisti per i flussi turistici, mentre Catania (per la Sicilia orientale) e Palermo (per la Sicilia occidentale) per il traffico business. Non più una competizione, dunque, ma una collaborazione sinergica orientata verso flussi specifici.
Da qui, un occhio al traffico passeggeri di Birgi che, dal primo gennaio al 31 ottobre 2008, ha registrato un decremento – rispetto allo stesso periodo del 2007 – di oltre l’11 per cento nel numero dei voli, ma un incremento di oltre l’8 per cento nel numero di passeggeri. Se sono, infatti, diminuiti i passeggeri “nazionali” (- 22,72%), sono aumentati quelli “internazionali” (+218,57%).
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08 Novembre 2008, 19:18