14 Luglio 2016, 18:57
5 min di lettura
PALERMO – Aveva affidato incarichi e consulenze giudicate irregolari. Per questo Vittorio Sgarbi, che è stato sindaco di Salemi (Trapani) fino al 2011, è stato condannato dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti a risarcire il Comune con 89.655 euro. Condannata anche l’ex vice sindaco, Antonella Favuzza, che dovrà pagare 85.547 euro. Il giudizio è scaturito da una segnalazione della Prefettura di Trapani su presunte irregolarità nel conferimento degli incarichi a esperti esterni.
Le somme che Sgarbi e la sua vice dovranno pagare, oltre alla rivalutazione e alle spese del giudizio, corrispondono ai compensi erogati a sette consulenti nominati e successivamente prorogati tra il 2008 e il 2011 in violazione, secondo i giudici contabili, delle norme regionali e statali. In particolare, il sindaco Sgarbi e la vice sindaco Favuzza non avrebbero verificato se tra i dipendenti comunali fossero presenti le figure specializzate richieste.
Inoltre non avrebbero fatto selezioni o esami comparativi né dimostrato che i consulenti nominati fossero provvisti della specifica professionalità, necessaria per ricoprire l’incarico. Alcuni non erano laureati. In un caso viene contestato il rimborso spese per missioni in Italia e all’estero alle quali la Corte dei conti non ha riconosciuto alcuna utilità per il Comune. (ANSA).
La replica di Sgarbi
“E’ una sentenza fondata su presupposti documentatamente falsi, ed è sorprendente, oltre che preoccupante, che i giudici abbiano ignorato atti (che pure sono depositati al Comune) che smentiscono le loro conclusioni. La Corte ha riconosciuto il danno erariale senza considerare che gli incarichi erano giustificati dalle disposizioni di cui all’art. 51, comma 7, legge n. 142 del 1990 circa l’istituzione dell’Ufficio di Staff (recepito dalla legge regionale n. 23/1998). Gli esperti sono stati tutti nominati esclusivamente sulla base del loro curriculum, e tutte le procedure sono state definite dagli uffici competenti con la verifica di legittimità dei Segretari comunali. Il sindaco non si occupa, comunque, delle procedure per la nomina degli esperti che, tra l’altro, provenivano tutti da altre, numerose e documentate esperienze maturate in amministrazioni pubbliche. Sarebbe bastato ai giudici leggere i curricula, invece che fare copia e incolla della relazione della Prefettura. Alcuni ricoprivano quei ruoli già negli anni precedenti la mia elezione a sindaco di Salemi, e la stessa Corte non ha mai eccepito alcunché. Mi chiedo: questi incarichi erano legittimi con le precedenti amministrazioni e illegittimi con la mia? Non solo. Il pagamento delle spettanze riconosciute agli esperti era subordinato – come specificato, del resto, nelle stesse determine d’incarico – alla presentazione della specifica relazione sull’attività svolta, come si poteva facilmente verificare chiedendo gli atti al Comune di Salemi. E’ inquietante, tra l’altro, che questo provvedimento sia scaturito da una relazione inviata alla Corte dei Conti dalla Prefettura di Trapani, all’epoca in cui vi operava, come Vice Prefetto, tale Giuseppe Ranieri (lo stesso nominato successivamente nella Commissione di accesso agli atti) di cui si sono scoperti, nell’ambito di una indagine della Procura di Reggio Calabria, i suoi poco limpidi legami con soggetti ritenuti vicino all’ndrangheta, e come Prefetto tale Marilisa Magna, che sarà ricordata non solo perché durante il suo mandato non ha mai messo piedi a Salemi, ma sopratutto per avere accolto, a poche ore dalla presentazione alla Camera di una specifica interrogazione, e con zelo davvero lodevole, la richiesta di due parlamentari del PD (all’epoca nella maggioranza di Governo) di nominare una Commissione di accesso agli atti al Comune di Salemi sulla base di una indagine che riguardava un ex parlamentare Dc. Una Prefettura dichiaratamente ostile, disinformata e prevenuta, come ho più volte denunciato in esposti all’autorità giudiziaria sempre ignorati. Quella della Corte dei Conti é una sentenza ingiusta perchè contro la verità dei fatti e per questo inaccettabile. In sostanza i giudici hanno “punito” l’intensa attività amministrativa del Comune, con iniziative svolte anche all’estero, che hanno avuto il merito di far conoscere Salemi in tutto il mondo. Le missioni in Italia all’estero (per fiere, convegni, conferenze stampa, incontri istituzionali) sono state, contrariamente a quanto afferma la stucchevole sentenza, tutte documentate, e sono servite non solo a promuovere il progetto delle «Case a 1 euro» (di cui i giudici hanno dimostrano di non sapere nulla), ma ad accendere i riflettori della stampa internazionale (come dimostra una corposa rassegna stampa che i giudici, evidentemente, non hanno mai letto) sulle tante iniziative promosse per la promozione della città e lo sviluppo della sua economia. Come hanno fatto i giudici a disquisire sul concetto di «utilità» se dimostrano di non sapere nulla di quello che si è fatto a Salemi ? E’ una sentenza costruita sul nulla. Il ricorso agli esperti, tra l’altro, era una necessità dettata dal fatto che le risorse umane interne (contrariamente a quello che dice la sentenza), abituate al quieto vivere delle precedenti amministrazioni, non riuscivano ad assecondare le direttive programmatiche, e in molti casi non possedevano nemmeno le competenze. Gli stessi Commissari straordinari, nominati dopo la violenza di uno scioglimento farlocco, servito solo a far fare carriera a grigi e anonimi funzionari del ministero dell’Interno pagati 10 mila euro al mese, hanno nominato esperti e affidato incarichi, peraltro senza procedure di evidenza pubblica, con lauti compensi. Questa circostanza, da sola, dimostra quanto contraddittorio sia il pronunciamento della Corte dei Conti. Senza gli esperti e senza i giovani del laboratorio della creatività (quest’ultimi non retribuiti) a Salemi non si sarebbe potuto fare nulla. E’ una sentenza del Medioevo perché sembra dire: non fate niente, lasciate tutto com’è. E’ una sentenza perfettamente in linea con l’indolenza tipica siciliana, dove si punisce non chi non fa nulla, vive da parassita pubblico e ruba stipendi per timbrare cartellini, ma chi ha avuto la colpa di fare, sfidando anche una burocrazia ottusa e devastante, che è peggio della mafia. Fermo restando, in ogni caso, come tutte le richieste erariali risultano comunque estinte per intervenuta prescrizione quinquennale (l’ultimo mandato di pagamento risale al 26 gennaio 2010), impugnerò la sentenza, la quale, va da sè, è paradigmatica di quanta distanza possa esserci tra la realtà e una sentenza di tribunale emessa a nome del popolo italiano che, a differenza dei giudici, sa quello che ho fatto da sindaco a Salemi»
Pubblicato il
14 Luglio 2016, 18:57