17 Settembre 2015, 11:01
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PALERMO – E’ stato incendiato la notte scorsa il pub ‘Ballarò’ in via Nunzio Nasi 14 a Palermo che era stato affidato a una coop di imprenditori dopo il sequestro al boss mafioso Gianni Nicchi. Il locale quando era sotto la gestione del mafioso si chiamava “Cu mancia fa muddichi”. I vigili del fuoco sono stati impegnati per tre ore per spegnere le fiamme. Il locale che era ritrovo della movida palermitana sequestrato dalla magistratura era stato affidato dal Tribunale alla coop “Insieme si può”, costituito da sette imprenditori antiracket. L’amministratore giudiziario è Marco Montalbano. Il nuovo locale doveva essere inaugurato fra 15 giorni. Negli ultimi venti giorni i gestori avevano subito due intimidazioni con rotture di frigoriferi e di arredi. Il provvedimento di sequestro era scattato in base ad alcune intercettazioni che risalgono al periodo in cui Nicchi era latitante. A gestire il locale era il favoreggiatore Luigi Giardina, convivente di Francesca Nicchi (sorella del boss), anche se il pub-trattoria sarebbe stato intestato ad altri.
“I danni sono ingenti. Stiamo facendo una riflessione con la procura sul percorso da intraprendere. Confindustria, Lega Coop e la Fai ci hanno dato il massimo sostegno. Noi non abbiamo volontà di essere paladini. Volevamo riprendere un esercizio commerciale chiuso e a titolo oneroso fare un’attività. Certo non ci fermeremo ma noi avevamo investito tanto in questo locale”. Lo dice Giuseppe Todaro vicepresidente di Confindustria e portavoce del Consorzio ”Insieme Si può” che raggruppa gli imprenditori impegnati nell’attività di rilancio del pub incendiato la notte scorsa a Palermo. “Il clima degli ultimi mesi – aggiunge Todaro – non ha certo agevolato il lavoro di chi svolge attività antimafia in questa regione. A me la parola antimafia non piace. I continui attacchi ad associazioni e alla gestione dei bei sequestrati e confiscati ha reso difficile la nostra azione. Chiederò in questi giorni se le denunce sulle intimidazioni sono aumentate o diminuite. Sono qui in procura per cercare di comprendere cosa si potrà fare insieme alle forze dell’ordine e alla magistratura per contrastare il grave atto intimidatorio messo a segno la scorsa notte”.
“I vili atti intimidatori perpetrati a danno del pub di Ballarò, tolto ai boss e dato in gestione a imprenditori antiracket, sono un pugno allo stomaco per Palermo. Confesercenti manifesta piena solidarietà all’imprenditoria sana di questa città e si schiera a fianco di chi si ribella al pizzo. Chiediamo alle istituzioni di intervenire per tutelare chi dice no alla mafia”. Lo dice il presidente di Confesercenti Palermo Mario Attinasi.
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17 Settembre 2015, 11:01