17 Gennaio 2019, 16:49
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PALERMO – I finanzieri si sono presentati al Polo tecnico comunale di via Ausonia e negli uffici delle Risorse umane di via Garibaldi. Avevano un decreto di esibizione firmato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Giovanni Antoci. Si sono portati via i documenti di tre grandi progetti di lottizzazione. S’indaga per corruzione.
Il lavoro degli investigatori del Nucleo di polizia economica-finanziaria è strettamente legato all’inchiesta per la quale, come ha raccontato Livesicilia lo scorso settembre, sono state prorogate le indagini per corruzione a carico di Giuseppe Monteleone, Mario Li Castri e Paolo Porretto. Gli accertamenti sono iniziati ascoltando alcune intercettazioni dell’inchiesta sull’ex presidente delle Misure di prevenzioni Silvana Saguto. Altre persone raccontavano che al Comune c’era una gestione poco trasparente delle pratiche.
Monteleone dal Suap, lo sportello unico per le attività produttive, è stato trasferito a “Ville e giardini”. Li Castri dall’Area tecnica infrastrutture è passato alla Mobilità. Porretto è all’ufficio “Città storica”. C’è un particolare, però: i finanzieri stamani hanno anche prelevato gli atti del procedimento disciplinare a carico di Li Castri dopo la condanna (due anni di carcere senza sospensione della pena e una multa di 80mila euro ciascuno) subita lo scorso marzo. Li Castri, infatti, è proprietario di una delle ville di via Miseno considerate abusive dal Tribunale. Stessa cosa Monteleone, ma la sua pratica disciplinare non interessa ai finanzieri.
Il cuore dell’inchiesta riguarda i progetti presentati da alcuni raggruppamenti di imprese e cooperative per tre grandi lottizzazioni in altrettante aree industriali dismesse: l’ex Keller di via Maltese (non lontano da viale Strasburgo), alcuni capannoni in via Messina Marine e l’ex fabbrica di agrumi a San Lorenzo. Si tratta di progetti per centinaia e centinaia di appartamenti già valutati dall’Area tecnica infrastrutture, di cui Li Castri per un periodo è stato il capo, che sono passati al vaglio della commissione Urbanistica, ma che non sono ancora approdati al Consiglio comunale. Serve una delibera per sbloccarli, visto che si tratta di progetti in deroga al piano regolatore. Lo step finale è di fatto un ritorno a Sala delle Lapidi. Fu proprio il Consiglio comunale a dare il via libera nel 2013 ai progetti di edilizia convenzionata in aree degradate o in aree industriali abbandonate da almeno tre anni. Progetti fermi da tempo il cui iter ad un certo punto, secondo l’accusa, non sarebbe stato più lineare.
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17 Gennaio 2019, 16:49