30 Luglio 2014, 06:01
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PALERMO – Il progetto non aveva la copertura finanziaria necessaria. E rischiava di essere cassato dalla Regione siciliana. A meno che fosse stato catalogato per sperimentale. E così sarebbe accaduto grazie alla complicità di un ingegnere. Si tratta di Gaetano Cacciola, che ora è indagato per falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta che ha acceso i riflettori sull’impianto fotovoltaico realizzato nel 2009 a Monreale. Cacciola è direttore dell’Istituto di Tecnologie avanzate per l’energia del Consiglio nazionale delle ricerche (Itae Cnr) di Messina. Da un anno l’ingegnere è assessore comunale nella città dello Stretto. Il sindaco Renato Accorinti gli ha affidato la delega “energia, mobilità, viabilità e trasporti, comunicazione e innovazione, rapporti con l’Europa e il Mediterraneo”.
Lo scandalo giudiziario svelato da Livesicilia nei giorni scorsi si è concentrato sull’assessorato regionale all’Industria, le cui competenze, nel frattempo, sono state divise fra gli assessorati all’Energia e alle Attività produttive. L’affare finito sotto accusa è quello dell’impianto realizzato dalla Heliospower srl a Monreale, in contrada Scardina, fra il 2009 e il 2010. Una “fattoria solare” autorizzata dalla Regione, costruita e poi venduta ad un gruppo spagnolo a suon di milioni di euro. Sotto inchiesta ci sono l’ex assessore all’Industria Pippo Gianni (è accusato di corruzione perché avrebbe ricevuto in regalo un televisore e un telefonino); Martino Russo e Francesca Marcenò, dirigenti dell’assessorato (per il primo l’ipotesi è di corruzione – anche lui avrebbe ottenuto un televisore – mentre per la seconda si ipotizza l’abuso d’ufficio); Salvador Vittorioso, dipendente dell’assessorato regionale Agricoltura e foreste (associazione a delinquere e corruzione), il commissario della polizia municipale di Palermo, Salvatore Grippi (associazione a delinquere e corruzione); gli imprenditori toscani Luciano e Francesco Meoni e il loro dipendente Sandro Marchesi (sono indagati per associazione a delinquere e corruzione); i faccendieri Franco Barbetta e Ledo Pacchiarotti (concorso in corruzione). Hanno tutti ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Non è accaduto per Cacciola. Da qui si deduce la possibilità che la sua posizione possa essere stata stralciata.
Secondo i pubblici ministeri Luca Battinieri e Roberto Tartaglia sarebbero state pagante tangenti per agevolare l’iter di autorizzazione dell’impianto. L’uomo incaricato dagli imprenditori Meoni di seguire la faccenda sarebbe stato Grippi, poliziotto municipale di Palermo. Ed è lui che contattò telefonicamente Cacciola.
Nel 2009 era stato approvato il piano energetico regionale. Per accedere alle agevolazioni previste bisognava dimostrare che il progetto di Monreale fosse sperimentale, aggirando così la necessità di allegare anche una fideiussione bancaria. Un ruolo decisivo in tal senso avrebbe avuto Francesca Marcenò, dirigente del servizio Risorse minerarie ed energetiche. Grippi alzò la cornetta e chiamò Cacciola. Che in prima battuta rispose: “…Guardi… questa dichiarazione di asseverazione, io non la posso fare… ho già chiesto al dipartimento di Roma e non ho il là…. non sono io a poter fare un’asseverazione di questo genere…”. Poi, però, cambiò idea dopo avere saputo che la richiesta dell’assessorato all’Industria era stata avanzata da “…Marcenò… ah benissimo.. la conosco molto bene la dottoressa Marcenò… vediamo ora se posso… la chiamo anche in giornata, va bene e glielo chiedo….”. Infine i due, l’ingegnere e la Marcenò, ebbero modo di parlare al telefono: “…allora professore… io ho visto la lettera… quello che m’interessa è una vostra dichiarazione in qualità di ente di ricerca… circa… non me lo potete dire carattere sperimentale come gli altri? come le altre asseverazioni che ho…?”. “…mah si! in fin dei conti… allora facciamo così… gentilmente faccia così… dia alla persona che è davanti…la sua variazione… io gliela faccio fare subito”. Grippi telefonò a Meoni e gli disse: “… il dottor Cacciola si è messo a disposizione… la situazione è risolta”. Successivamente fu sempre Grippi a dire all’imprenditore: “….figurati, che sabato sono andato in casa del dottor Cacciola a fargliela firmare, quindi figurati un attimino…”. Era appena uscito dall’Istituto con la certificazione in mano.
Cacciola da noi contattato non replica: “Non posso dire nulla su una ricostruzione giornalistica. Non sono a conoscenza dell’indagine”. E la telefonata? “Le ripeto che non ho nulla da dire perché nulla so”.
Riceviamo e pubblichiamo una richiesta di rettifica inviataci da Antonio Andaloro, PhD Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia “Nicola Giordano” (ITAE) Consiglio Nazionale delle Ricerche
“L’Ing. Gaetano Cacciola non riveste la funzione di Direttore dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ITAE). Tale informazione è rinvenibile per mezzo della semplice consultazione del sito web del CNR ITAE”.
Effettivamente Cacciola risulta avere rivestito la carica di direttore dell’Itae Cnr dal 1996 all’8 luglio 2013. Dell’errore ci scusiamo con gli interessati e con i lettori.
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30 Luglio 2014, 06:01