11 Dicembre 2013, 18:15
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PALERMO – Cadono le ipotesi di reato a carico del bagherese Michele Ducato, il dirigente della Regione Siciliana coinvolto nell’inchiesta “Iban” dello scorso novembre. Era indicato tra coloro che avrebbero intascato compensi per ore di straordinario mai effettuate.
Secondo il Tribunale del Riesame di Palermo, però, non sussistono gli indizi di colpevolezza a suo carico, specie dopo le dichiarazioni rese da un altro indagato, il funzionario Emanuele Currao. Quest’ultimo ha, infatti, spiegato che Ducato non era a conoscenza dei pagamenti in suo favore e si è pure attivato per restituire i soldi.
Le indagini nei giorni scorsi sono sfociate in quincidi ordinanze di custodia, tra carcere e domiciliari, nei confronti di due imprenditori e tredici dipendenti regionali. Rispondono, a vario titolo, di peculato e truffa aggravata nei confronti dello Stato. Per quanto riguarda Ducato, che era finito ai domiciliari, il Riesame presieduto da Giacomo Montalbano ha accolto la richiesta presentata dai suoi legali, disponendo l’immediata liberazione dell’indagato.
Concessi i domiciliari, invece, ad Emanuele Currao, il funzionario regionale che nel corso del suo interrogatorio ha ammesso le proprie responsabilità. Il Riesame aveva annullato la scorsa settimana la misura cautelare, come chiesto dai suoi legali Giuseppe Gerbino e Rosa Angelone, sul tema del possibile inquinamento probatorio, ma l’aveva confermata per il rischio di reiterazione dei reati. Ora la nuova decisione.
Nei giorni scorsi erano tornati in libertà anche Maria Antonella Cavalieri, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Maria Concetta Cimino e Carmelo Zannelli. Tutti dipendenti dell’assessorato regionale alla Formazione professionale.
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11 Dicembre 2013, 18:15