Morti nella casa di riposo |”Autopsia rinviata”

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01 Giugno 2020, 10:43

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CALTAGIRONE – Rimandate a data da destinarsi, le autopsie che il sostituto procuratore della Repubblica Alberto Santisi, aveva ordinato nell’espletamento delle indagini circa i decessi avvenuti all’interno della casa di riposo Don Bosco di Caltagirone. Il collegio composto dai medici Cristoforo Pomara, Monica Salerno, Veronica Arcifa e Giuseppe Ragazzi non si riunirà, poiché ancora non sono arrivate le certificazioni richieste sul biocontenimento. In una nota inviata ai legali di parte è stata comunicata la necessità di sospendere le operazioni di estumulazione previste in data odierna e di attendere nuove comunicazioni sul luogo dove gli esami avranno luogo.

Non un mero tecnicismo ma un’esigenza concreta di sicurezza avanzata dall’avvocato Dario Riccioli, difensore del gestore della casa di riposo, che ha schierato i propri consulenti, che hanno chiesto di “poter svolgere il lavoro in piena sicurezza”. Per compiere i complessi esami autoptici e istologici serve una sala a pressione negativa che, a quanto pare, non sarebbe nelle disponibilità di alcun ospedale della provincia di Catania. Attrezzarne una, ci dicono, ha un costo di circa diecimila euro e in attesa di comprendere le intenzioni della Procura della Repubblica di Caltagirone in tal senso, ogni esame è sospeso. Dalle sole cartelle cliniche, ci viene detto che non emergono dati significativi ed utili a dipanare la complessa matassa della comorbilità in presenza di Covid19 e sulla prevalenza ai fini del decesso di quest’ultimo. I quadri clinici di ogni anziano defunto dopo i ricoveri è diverso, alcuni presentavano importanti patologie pregresse mentre altri un quadro clinico decisamente migliore.

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E’ pur vero che un indice di mortalità così elevato in appena un mese è di certo collegabile, senza dubbio alcuno, al contagio avvenuto all’interno della struttura ma l’incidenza dell’infezione da Covid19 deve essere valutata caso per caso. Una soluzione per procedere speditamente alle autopsie sarebbe quindi individuare delle camere, esterne ai corpi ospedalieri, certificate per biocontenimento BSL 3 adeguatamente predisposte per accogliere in sicurezza medici e consulenti. Tenuto conto del tempo trascorso dalla morte e considerato che gli anziani defunti sono stati tumulati e non conservati all’interno di celle frigorifere, quella che inizia oggi è una lotta contro il tempo. Lo stato di decomposizione avanzato potrebbe, infatti, pregiudicare l’esito di alcuni esami non permettendo così ai medici e ai consulenti di addivenire a conclusioni certe ed univoche.

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01 Giugno 2020, 10:43

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