L’inchiesta sul ministro della Lega | Cosa può accadere in Procura

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03 Settembre 2018, 19:55

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PALERMO – Lo studio del fascicolo Diciotti è iniziato. Sono ore di confronto fra il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Roberto Tartaglia. I pubblici ministeri palermitani non hanno alcuna intenzione di limitarsi a passare al Tribunale dei ministri le carte ricevute dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Quest’ultimo ha iscritto nel registro degli indagati il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il capo di Gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi.

Non ci sono margini di manovra, visto che a Palermo non possono svolgere alcun atto di indagine, ormai di esclusiva competenza del collegio speciale composto dai giudici Filippo Serio, Fabio Pilato e Giuseppe Sidoti. I magistrati del capoluogo, però, potrebbero estendere l’indagine ad altre persone e rivedere le contestazioni di omissioni di atti d’ufficio, abuso d’ufficio, arresto illegale dei migranti, sequestro di persona aggravato dalla presenza dei minori e quello finalizzato a costringere l’Ue a redistribuire i migranti. Sul sequestro di persona ci sarebbero molti dubbi visto che non c’è alcun atto scritto. Anche in questo caso, però, le considerazioni dei pm non sarebbero vincolanti per il Tribunale dei ministri che deve decidere se chiedere l’autorizzazione a procedere o l’archiviazione delle accuse mosse dal procuratore di Agrigento.

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Il fascicolo è arrivato già completo da Agrigento, compresi gli interrogatori eseguiti dalla guardia costiera che fanno parte della relazione di cinquanta pagine stilata da Patronaggio.

Il primo nodo cruciale da sciogliere è quello sulla competenza territoriale. Il processo si incardina nel luogo dove sarebbe avvenuto il reato più grave, e cioè il presunto sequestro di persona. Non ci sono ordini scritti, ma Salvini ha fatto capire che non voleva lo sbarco in Italia quandola Diciotti si trovava tra Malta e Lampedusa, dunque sotto la competenza della procura di Agrigento. La nave poi attraccò a Catania, non considerato porto sicuro, ma scalo tecnico. Anche a Catania i migranti non scesero subito. Da qui la possibile competenza del Tribunale etneo.

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03 Settembre 2018, 19:55

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