17 Ottobre 2012, 01:01
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PALERMO – L’ipotesi è si tratti di un nuovo calderone di sprechi e favori. Gli investigatori stanno passando al setaccio le carte del “Circuito del mito”. Potrebbe esserci del marcio nella gestione di otto milioni di euro di fondi europei, all’anno e nell’ultimo triennio.
La Procura della Repubblica di Palermo ha aperto un’inchiesta sulla rassegna di spettacoli e manifestazioni culturali organizzata dall’assessorato regionale al Turismo. Un’inchiesta che ha l’obiettivo di accertare presunte irregolarità sulle edizioni dal 2010 ad oggi. Il riserbo è massimo, ma c’è già chi parla di “sistema illecito”. Tutto è partito da alcuni esposti finiti sul tavolo della magistratura. A scrivere è stata gente tagliata fuori dai lavori. Gente che ha sentito di puzza di bruciato. Si è ripetuto quanto avvenuto per un’altra inchiesta che sta scuotendo gli uffici regionali di via Notarbartolo – quella sui “Grandi eventi” – con una differenza sostanziale. In quest’ultimo fascicolo ci sono già sette persone iscritte nel registro degli indagati. Gli uomini chiave sarebbero il project manager Faustino Giacchetto, l’imprenditore Luciano Muratore e il dirigente regionale Antonio Belcuore. Sarebbero stati loro a mettere in piedi quel “sistema collusivo” di cui parlano i pubblici ministeri. Un’accusa sempre rispedita al mittente, e con decisione, dagli indagati.
A puntare il faro investigativo sul Circuito del Mito è, ancora una volta, il pool di magistrati che si occupa di pubblica amministrazione. “Grandi eventi”, “Circuito del mito”, spese dei gruppi dell’Ars: passano dai pubblici ministeri coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci le indagini più delicate degli ultimi anni.
Nei giorni scorsi gli investigatori sono andati ad acquisire in assessorato la documentazione che riguarda le singole manifestazioni organizzate nel 2010 e 2011 e quelle rimaste in stand by nel 2012. All’inizio si era ipotizzato che il fascicolo “Grandi eventi” avesse provocato lo stop del cartellone estivo del Circuito. In realtà, è la stessa rassegna culturale ad essere finita sotto inchiesta.
I magistrati stanno ricostruendo le procedure per scoprire come e perché si sia scelto di organizzare alcuni avvenimenti culturali, piuttosto che altri. L’iter non prevede alcun bando pubblico, ma la direzione artistica può scegliere fra le domande di organizzatori di eventi che chiedono di far parte del cartellone. In migliaia sanno dell’esistenza del Circuito e presentano un progetto. La direzione artistica quindi valuta quali inserire, tenendo conto, anche e soprattutto, dei flussi turistici che i singoli appuntamenti possono generare. Una volta stilato il cartellone lo stesso viene inviato alla Regione che provvede alla cosiddetta “implementazione” che riguarda la gestione di tutta una serie di servizi che ruotano attorno ai singoli eventi: dagli spazi pubblicitari alle forniture. Infine, il carteggio passa alla Corte di Conti per il visto definitivo.
Lungo questo tragitto si sarebbe annidato, secondo la Procura della Repubblica, il malaffare. Il fascicolo è ancora a carico di ignoti, anche se i pubblici ministeri sembrano avere le idee piuttosto chiare su come siano andate le cose. Prezzi e contratti non convincono gli investigatori.
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17 Ottobre 2012, 01:01