Inchiesta sul crollo del solarium| Due indagati per disastro colposo

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04 Luglio 2013, 07:00

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RIPOSTO. Sono stati iscritti nel registro degli indagati per disastro colposo, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Catania sul crollo della piattaforma White Sensation sul lungomare di Torre Archirafi, Sebastiano Sorbello, il titolare della concessione comunale, e Giovanni Sorbello, il gestore della struttura. Il sostituto procuratore Alfio Gabriele Fragalà, titolare dell’indagine, ha nominato un consulente che nei giorni scorsi ha compiuto una nuova ispezione nel solarium, ancora sottoposto a sequestro.

Intanto è già stato sentito dai carabinieri di Riposto, che conducono le indagini, il responsabile dell’impresa edile che ha costruito la piattaforma, inaugurata lo scorso 23 giugno senza essere collaudata. Gli investigatori starebbero raccogliendo ancora le testimonianze delle numerosissime persone presenti al momento del crollo per ricostruire minuziosamente la dinamica del grave incidente, solo per fortuna non trasformatosi in tragedia. Dei 19 feriti, quasi tutti lievi e dimessi la stessa notte, solo qualcuno ha riportato delle fratture agli arti. I due indagati, difesi dai legali Enzo Iofrida ed Ernesto Pino, dalla notte del disastro, il 23 giugno, non sarebbero più stati ascoltati dagli investigatori. Sul fronte delle autorizzazioni non è emersa alcuna novità ma le verifiche sarebbero ancora in corso.

La cronaca. Si è sfiorata la tragedia la notte del 23 giugno sul lungomare Pantano di Torre Archirafi. L’inaugurazione del White Sensation, uno dei solarium estivi che la sera si trasforma in locale, è improvvisamente diventato un inferno. Erano le 23 quando un’enorme squarcio, di circa sei metri per sei, si è improvvisamente aperto nel pavimento in legno in corrispondenza della pista da ballo. Circa una quindicina i ragazzi, tutti giovanissimi, sprofondati sulla scogliera. In pochi minuti è stato il panico. Tutti hanno abbandonato velocemente la piattaforma, prestando aiuto ai feriti rimasti bloccati tra le travi. I primi ad intervenire sono stati i vigili del fuoco di Riposto che al loro arrivo hanno trovato tutti i feriti seduti sul ciglio della strada. Poi sul posto sono arrivati anche Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Bloccata la circolazione delle auto sul lungomare Edoardo Pantano per consentire l’accesso alle ambulanze che hanno trasferito i 19 feriti, tutti fortunatamente non gravi, nei presidi ospedalieri di Giarre, Acireale e Taormina.

Le indagini. La Procura di Catania ha aperto un’indagine per chiarire le cause dell’incidente. Dai primi accertamenti compiuti sarebbe emerso che la struttura non era ancora stata collaudata. Inoltre sulla piattaforma di quasi 180mq era stato collocato un pianoforte di oltre 300 kg, sprofondato sugli scogli, che potrebbe aver influito sul crollo. La stessa notte sono stati ascoltati nella caserma dei carabinieri di Riposto, il presidente dell’associazione titolare della concessione comunale e il beneficiario della concessione demaniale. Il gestore del locale è stato sentito la mattina successiva.

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La replica. “Io ed il collega Ernesto Pino – ha dichiarato il legale della difesa Enzo Iofrida – siamo sereni e fiduciosi. Siamo convinti che le indagini condotte dalla magistratura faranno piena luce sugli eventuali reati commessi e sulle eventuali responsabilità”

Le reazioni. “Solo per miracolo una bellissima serata non si è trasformata in una tragedia- ha detto il sindaco di Riposto Enzo Caragliano – Il responsabile è chi ha aperto l’accesso al locale senza avere ottenuto il collaudo. Sono episodi che non possono accadere. Sono molto amareggiato. Non si può pensare al profitto se prima non si pensa alla sicurezza delle persone. Il comune di Riposto – ha concluso il primo cittadino – si costituirà parte civile”.

Anche il Codacons è intervenuto sulla vicenda e ha chiesto di fare piena luce sul crollo della piattaforma. “E’ necessario – ha dichiarato attraverso un comunicato il Codacons – stabilire se i responsabili del locale avessero ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per l’apertura del locale, in particolare se fossero state rispettate le norme relative alla sicurezza e alla incolumità pubblica”.

 

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04 Luglio 2013, 07:00

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