07 Agosto 2017, 16:26
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PALERMO – Prima lo scontro fra gli animalisti e il Comune di Palermo, ora il “sequestro” di trentadue cani che, fra le polemiche, erano stati affidati all’associazione Aivac di Ragusa. Un’associazione che, secondo la Procura, non ha le carte in regola per ospitare gli animali i quali, su ordine del giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, vengono sequestrati e riaffidati all’amministrazione comunale. Bisogna capire dove saranno ospitati.
La vicenda dell’Aivac è finita sotto inchiesta. Non avrebbe il requisito indispensabile dell’iscrizione all’albo nazionale o regionale delle associazioni protezioniste o animaliste. Nonostante ciò gli animali erano stati trasferiti dal canile municipale di via Tiro a Segno a Ragusa. Le prime schermaglie sono del 19 gennaio scorso, quando Gabriele Marchese, dirigente del servizio Igiene pubblica del Comune, stila il bando per le adozioni incentivate. Il canile deve chiudere per ristrutturazione e bisogna trovare un alloggio per i cani. Il bando prevede l’erogazione di 480 euro per ogni animale adottato.
Si fa avanti l’Aivac, associazione che fa capo al presidente Antonio Capizzi e all’”amministratrice di fatto” Chiara Notaristefano, animalista su cui pendono sospetti di maltrattamenti. Si scatena la reazione di alcune associazioni. Dicono che il Comune ha aggirato il blocco di Asp e assessorato regionale alla Salute, favorendo l’Aivac. Una ricostruzione confermata ora dalla Procura e dal Gip che ha disposto il sequestro eseguito dagli agenti del Corpo forestale. I cani tornano sotto la tutela dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile.
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07 Agosto 2017, 16:26