Denunciato Angelo Ercolano |L’accusa: “Fatture false per 5 mln”

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13 Settembre 2013, 07:20

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CATANIA -Maxi inchiesta della Guardia di Finanza guidata dal nuovo comandante Roberto Manna, sui colossi del trasporto su gomma. Nel mirino degli investigatori sono finite la Sud Trasporti di Angelo Ercolano, nipote incensurato dello Zio Pippo Ercolano, storico capomafia deceduto di recente, e la Europa Trans Srl.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito due ordinanze di sequestro preventivo di beni per circa 3.300.000,00 di euro. I provvedimenti cautelari sono stati disposti dalla Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Procura Distrettuale, nei confronti di due imprenditori titolari di società di trasporti operanti nel capoluogo etneo.

Le indagini, effettuate nell’ambito di distinti procedimenti per reati fiscali, sono state avviate lo scorso mese di agosto.

Nella prima inchiesta è risultata coinvolta la Sud Trasporti  S.r.l., oggetto di una verifica fiscale svolta dalla Guardia di Finanza che aveva consentito di svelare l’esistenza di un vorticoso sistema di fatture false ammontanti ad oltre 5.000.000 di euro, emesse da una società “cartiera” di Palermo, la Trasporti e Spedizioni. Denunciati Angelo Ercolano (cl. 1976), nella sua qualità di Presidente del Consiglio d’amministrazione e Maria  Ercolano (cl. 1962) nella sua qualità di amministratore delegato.

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La seconda indagine ha riguardato la Europa Trans S.r.l., che negli anni 2009 e 2010 aveva omesso il versamento di Imposte e contributi previdenziali ed assistenziali. Gli accertamenti, eseguiti dai militari della Guardia di Finanza, hanno consentito di individuare l’amministratore “occulto” della società controllata,  Riccardo Reitano(cl. 1955) il quale si serviva di un cittadino extracomunitario nullatenente, Josè Zamora Fonseca (cl. 1947) di nazionalità cubana, a cui ne aveva intestato formalmente la gestione.

L’attività investigativa svolta dai militari permetteva di rilevare e segnalare all’Autorità Giudiziaria di Catania l’esistenza di diversi conti correnti e depositi bancari riconducibili ai soggetti indagati, nonché diversi beni mobili/immobili e partecipazioni societarie.

Le indagini patrimoniali costituiscono il frutto del modulo organizzativo, coordinato dalla sezione di criminalità economica della Procura della Repubblica, guidata da Giovanni Salvi, che prevede una stretta e continuativa collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con l’INPS.

 

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13 Settembre 2013, 07:20

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