Trapani

Inchiesta ‘taxi del mare’, il processo alle Ong verso un binario morto

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28 Febbraio 2024, 12:35

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TRAPANI – Non luogo a procedere. Dopo quasi due anni di udienza preliminare, stamane, la Procura di Trapani ha avanzato questa richiesta al gup Samuele Corso nell’ambito del procedimento preliminare che vede indagati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina un paio di equipaggi di tre Ong.

Si tratta dell’indagine che nel 2017 vide il sequestro della nave Juventa della Ong tedesca “Jugend Rettet”. La richiesta di non luogo a procedere è stata avanzata dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dai pm Brunella Sardoni e Giulia Mucaria.

La richiesta dei pm è stata avanzata anche rispettando le previsioni inserite nella riforma penale Cartabia, secondo cui gli indagati vanno rinviati a giudizio solo se è possibile formulare una ragionevole previsione di condanna.

I pm hanno anche demolito le testimonianze di accusa citate nel rapporto informativo del Servizio Centrale Operativo: si tratta di agenti infiltrati a bordo delle navi Ong.

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Ruolo dubbio, il loro, dopo che è emersa la circostanza che gli stessi avevano cercato di intrecciare rapporti con il leader leghista Salvini, passando a lui informazioni in cambio di un posto di lavoro. Circostanze che per i pm hanno reso inattendibili i loro racconti agli investigatori.

L’indagine finì etichettata come l’inchiesta sui “taxi del mare”, per il fatto che i barconi con i migranti venivano guidati fin sotto bordo delle navi Ong, senza che vi fossero vere e proprie emergenze tali da far scattare i soccorsi. 

Gli equipaggi finiti sotto inchiesta appartengono a tre Ong. Jugend Rettet, Medici senza Frontiere e Save the Children. In totale sono 24 gli indagati. 

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28 Febbraio 2024, 12:35

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