Interventi, nomina, curriculum | Tutti i nodi del “caso Tutino”

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27 Marzo 2014, 06:00

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PALERMO – Il fronte investigativo è ampio. Coinvolge la Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia, si concentra sull’attuale primario del reparto, Matteo Tutino, ma si estenderebbe alle attività svolte dal medico in altri due ospedali siciliani.

Interventi chirurgici, attività extramoenia e curriculum: sono i punti fondamentali dell’indagine che riguarda Tutino. L’intervento dei carabinieri del Nas, il nucleo antisofisticazione, e i sequestri di martedì sono serviti per sviscerare ogni aspetto della vicenda. Oltre a Tutino, l’inchiesta coinvolge il commissario straordinario dell’ospedale, Giacomo Sampieri, il direttore sanitario, Maria Concetta Martorana e Damiano Mazzarese, primario della Rianimazione e per un periodo responsabile delle Chirurgie dell’ospedale palermitano. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono truffa, peculato e abuso di ufficio.

Gli interventi chirurgici a Caltanissetta
Nel 2012 la direzione generale del Policlinico di Palermo raccolse i dati relativi a ventuno interventi chirurgici nell’ambito di un procedimento disciplinare a carico di Tutino. Dati che furono trasmessi alla Procura della Repubblica di Palermo, a quella regionale della Corte dei Conti, all’assessorato regionale alla Salute, ai carabinieri del Nas, alla Finanza e all’Azienda sanitaria di Caltanissetta. L’inchiesta della Procura palermitana è sfociata nel blitz e negli avvisi di garanzia notificati martedì, mentre i magistrati contabili sono alla stretta finale per ipotizzare il danno erariale.
Gli interventi chirurgici in questione sono stati eseguiti fra il 21 aprile 2005 e il 24 agosto 2011 come risulta dai registri operatori e dalle copie delle ricevute fiscali. Secondo gli investigatori, Tutino non avrebbe potutio e dovuto entrare nella sala operatoria nissena perché risultava in servizio al Policlinico. Nell’ospedale universitario palermitano era arrivato nel novembre 1997. Successivamente, dal 10 settembre 2007 e fino al 9 settembre 2009, era stato comandato presso gli ospedali Galeazzi e San Raffaele di Milano. Ed ancora: dal 10 settembre 2009 risultava in aspettativa senza assegni per via di un impegno come consulente del Senato nella Dodicesima Commissione Igiene e Sanità presieduta dal senatore Antonio Tomassini. Infine, dal 4 ottobre 2012 era approdato all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta fino al giorno del trasferimento a Villa Sofia.
Abbiamo cercato, senza successo, di avere una replica da Tutino. Che fine ha fatto il procedimento disciplinare, è stato volutamente tenuto nel cassetto? Oggi scopriamo, dalle parole del commissario Sampieri, che “il dottore Tutino si è dichiarato disponibile a farsi ascoltare dall’Ufficio procedimenti disciplinari che non lo ha ancora convocato”. Sappiamo pure che il procedimento è stato preso in esame a Palermo “dal 16 settembre scorso e cioè dopo l’assunzione di Tutino a Villa Sofia perché prima era in comando”. Nessuno ostruzionismo, dunque, a detta di Sampieri: “Ho chiesto un parere legale, sollecitato dall’Ufficio, e mi è stato risposto che il procedimento poteva partire solo dopo l’assunzione. Non è stato tenuto nel cassetto, non potevo attivare alcun provvedimento perché non era un dipendente dell’azienda”.
La segnalazione della direzione generale del Policlinico di Palermo era arrivata, però, anche al Sant’Elia di Caltanissetta quando Sampieri ne era il direttore sanitario: “Sanitario, appunto. In quella veste non ho mai saputo che esistesse procedimento a Caltanissetta, ce l’aveva il direttore generale”.

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Sala operatoria ai raggi X
Il cardine della sanità italiana sono i Livelli essenziali di assistenza (Lea). E cioè l’insieme delle attività e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza. Nessuno, insomma, può essere escluso dalle cure. L’ipotesi di chi indaga è che Tutino abbia fatto passare per essenziali interventi che, invece, nulla c’entrerebbero con i Lea. Gli investigatori ne avrebbero individuato una decina. Tra questi alcuni interventi di rinoplastica spacciati per settoplastica. La differenza è fondamentale. La rinoplastica è un intervento di chirurgia estetica e serve a rimodellare il naso. La settoplastica, invece, non si occupa di fattori estetici, ma interviene quando ci sono problemi funzionali e solo dopo il parere di un otorinolaringoiatra. Non è tutto. Tra gli interventi eseguiti da Tutino e spacciati per funzionali ce ne sarebbero alcuni di liposuzione e di ginecomastia, cioè di riduzione del seno dell’uomo. Si sarebbe, dunque, trattato di interventi estetici fatti rientrare fra le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale. Insomma, lo Stato non poteva e doveva rimborsarli.
Da qui l’ipotesi di truffa. Il peculato sarebbe, invece, legato all’utilizzo da parte di Tutino di risorse e strumenti dell’ospedale pubblico. Sembrerebbe, infatti, che sotto i ferri sarebbero finiti pazienti che si erano rivolti al Tutino chirurgo plastico e libero professionista piuttosto che al Tutino medico ospedaliero. Sul punto, il commissario Sampieri preferisce non rilasciare dichiarazioni. Non lo dice, ma si intuisce che la scelta è dettata da ragioni di opportunità visto la sua posizione di indagato.

I titoli del primario
Si guarda anche ai titoli presenti nel curriculum di Tutino In particolare, le attenzioni del militari del Nas si concentrano su una “sub specialità in Chirurgia cranio-facciale” conseguita fra aprile e settembre 1997 all’Ospedal General Gonzalez di Mexico City. Un “addestramento” sulla cui validità in Italia si stanno svolgendo accertamenti. Qualche mese fa Sampieri difese la sua scelta sostenendo che quella specializzazione non aveva pesato sulla nomina di Tutino. E sul sul fatto che la commissione del concorso di Villa Sofia avesse espresso per altri due candidati giudizi migliori rispetto a quello sul curriculum e il colloquio di Tutino? Sul punto Sampieri taglia corto: “E’ una prerogativa del commissario scegliere fra un elenco di idonei, anche solo su base fiduciaria. Oltretutto c’erano già state le richieste di documentazione relative alla vicenda del centro Ippocrate che riguardava alcuni medici che avevano partecipato al concorso (si tratta di Francesco Mazzola e Dario Sajeva su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per alcuni presunti interventi eseguiti in un centro estetico non autorizzato ndr)”. Infine, un capitolo dell’inchiesta tutto da esplorare riguarderebbe pure alcuni brevetti depositati da Tutino per alcuni strumenti sanitari.

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27 Marzo 2014, 06:00

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