"Erano nati per stare insieme", l'amore immenso di Angelo e Sofia

“Erano nati per stare insieme”, l’amore di Angelo e Sofia

Insieme stavano sognando una vita serena.
L'INCIDENTE MORTALE - IL RICORDO
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Angelo e Sofia erano innamorati pazzi. Ma così tanto da suscitare l’affetto di tutti, raccontano. E tutti, adesso, non se lo spiegano. La morte, in genere, è una cosa difficile da spiegare. La morte di questi due giovani, belli e innamorati, sulla strada della felicità, colpisce al cuore. La storia di Angelo Graceffa e di Sofia Giummo, nelle trascrizioni dei verbali, è finita in un incidente stradale, all’altezza di Sciacca. Lui era un medico ortopedico all’ospedale di Enna, lei lavorava in una farmacia. Insieme stavano sognando una vita serena.

“Sofia era dolcissima”

Li conoscevo, erano cari amici ed ero amica soprattutto di Sofia – racconta Pierelisa Rizzo, vicina alla coppia -. Lei era una ragazza dolcissima, una persona sensibile che si faceva in quattro per aiutare il prossimo. Si era innamorata di Angelo che era, pure lui, un ragazzo d’oro, dal buonumore contagioso. Abbiamo passato una serata insieme, a ridere sempre, senza fermaci. Credo che stessero pensando al futuro, a una prospettiva che, purtroppo, non hanno avuto il tempo di vedere. Sembravano nati per stare l’una accanto all’altro”. Pierelisa ha ricordato Sofia Giummo sul suo profilo Facebook. E tanti commenti sono fioriti intorno alla memoria social. Ne riportiamo uno: “Non posso crederci, non è possibile Sofia dolcissima. Dovevamo vederci per stare un po’ insieme… Mi dicevi sempre che ti sarebbe piaciuto stare a parlare con me e che non dovevamo rimandare ancora. La vita non aspetta, non può aspettare. Provo un dolore immenso e piango. Che la terra ti sia lieve . Riposa in pace”.

La lettera del primario

Sulla pagina Facebook dell’Asp di Enna c’è una bellissima, lettera con la foto che abbiamo pubblicato dei due ragazzi. L’ha scritta il dottore Arcangelo Russo, primario dell’Ortopedia dell’Ospedale Umberto I di Enna, dove il dottore Graceffa lavorava. Un commosso omaggio che riprendiamo in parte, con dei colori scanzonati che attraversano il lutto e recuperano, tra le lacrime, un po’ di gioia di vivere. “Angelo era un ragazzo amato trasversalmente da tutti – scrive il primario -. (…) Poi incontra Sofia e quel ragazzo si trasforma nuovamente, compra una casa!!! Ma come t’innamorasti? Finalmente ti sei messo la testa sulle spalle… Ma lui l’ha sempre avuta la testa sulle spalle. Sapeva divertirsi e sapeva esagerare. Ma stavolta era diverso, li vedevo mano nella mano mentre cenavamo da ‘Tommaso’ o invitati al matrimonio di Gianluca. Il destino purtroppo li ha voluti insieme mano nella mano anche nel più tragico dei finali”.

Il racconto dell’operazione

“Per lui l’ortopedia era una passione – continua il dottore Russo -. (…) Una settimana dopo il suo arrivo facevamo una protesi di ginocchio. Dopo avere iniziato l’incisione lo guardo gli dò il bisturi e gli dico: “Compà continua tu!!”. Emilia di fronte a me aveva fatto l’anestesia, mi guarda come per dire “ma sei pazzo?”. Io feci segno a tutti di stare tranquilli, ero sicuro di quello che facevo. Fece una protesi di ginocchio in meno di un ora con una pulizia chirurgica sbalorditiva. Ero felice, e anche lui lo era, aveva riconosciuto di avere nelle mani una Ferrari. La sua sicurezza è diventata sempre più temprata. Oggi lo piangiamo tutti! (…) Purtroppo nella vita non tutto è spiegabile, a noi non resta che accettare con pazienza ciò che ci viene riservato ogni giorno. Per me è andato via un amico, un pezzo del mio cuore”. E’ il sentimento di molti, in questo tragico momento, nella definizione di un dolore che scorre sotto la cronaca. E nessuno può spiegarlo. (Roberto Puglisi)


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