Cronaca

L’incidente a Monte Pellegrino: “Mia figlia è morta lì, serve prudenza”

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24 Ottobre 2024, 06:10

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PALERMO – “Quando ho letto la notizia di un incidente a Monte Pellegrino ho avuto i brividi. Mi hanno chiamato le mie sorelle, in noi sono riemerse tutte le terribili sensazioni provate in quella notte maledetta. E ora non riesco a fermare le lacrime”.

Sono le parole di Elena Matarazzo, la mamma di Simona Messina, la ragazza che ha perso la vita il 10 giugno del 2018: l’auto su cui viaggiava insieme al coetaneo Pietro Torres precipitò da via Monte Ercta e l’impatto, avvenuto dopo un terribile volo, non lasciò scampo ai due giovani. Una tragedia che colpì tutta la città e che nella notte tra martedì e mercoledì non si è ripetuta soltanto per puro caso.

Lievi ferite per la giovane coppia

A evitarla, in base ai primi accertamenti, è stata la presenza di una rete paramassi che lungo la via Bonanno ha bloccato l’auto uscita di strada e scivolata su una pendenza di circa dieci metri. Anche in questo caso, sul mezzo viaggiavano due giovani fidanzati, un diciottenne e una sedicenne, che nonostante l’impatto violento hanno riportato soltanto lievi ferite.

I soccorsi

Sono stati soccorsi dai vigili del fuoco e dai sanitari del 118. L’Infortunistica della polizia municipale ha invece effettuato sul posto i rilievi e ha avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente: bisognerà accertare perché il giovane conducente abbia perso il controllo del mezzo.

“Invito i giovani a essere responsabili”

“Sono contenta che questi ragazzi stiano bene. Ma dopo quello che è successo a Simona, considero quelle strade più che pericolose. Invito i giovani a evitarle, specialmente di notte. Ma voglio fare a tutti i giovani un appello: siate più responsabili, siate consapevoli che a casa ci sono i vostri genitori che vi aspettano e che vogliono riabbracciarvi. Non mettetevi alla guida se avete bevuto, pensate anche a chi è in auto con voi e che non può rischiare la vita per l’imprudenza o per una distrazione”.

Simona Messina

Elena Matarazzo convive dal giorno di quell’incidente con un dolore che ha più volte raccontato anche tramite i social, scrivendo una sorta di diario virtuale alla figlia: “Ciò che provo da allora è indescrivibile. E’ una sofferenza che mi insegue in ogni istante e che non auguro a nessun genitore. Non si può morire così, non ho più pace”.

“Un dolore perenne”

“Bisogna fare qualcosa per far capire concretamente ai più giovani che bisogna mettersi al volante con responsabilità – prosegue -. Se ne avessi la possibilità, porterei avanti un’opera di sensibilizzazione nelle scuole, per spiegare agli studenti a cosa si va incontro. Dico ai genitori che non si può rinunciare ai figli in questo modo. E’ un dolore che logora senza sosta e vorrei che nessun altro provasse ciò che sento io. Ancora oggi, ogni sera, resto sul balcone e aspetto che Simona torni a casa. Ma poi mi rendo conto che nulla la riporterà da me.

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24 Ottobre 2024, 06:10

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