12 Settembre 2013, 14:22
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PALERMO – “Dovevamo andare a fare un giro in moto. L’ultima volta che l’ho visto ci eravamo messi d’accordo: entro la fine del mese avremo trascorso una giornata insieme. Ma adesso Alessandro non c’è più e noi ci ritroviamo di fronta a una realtà difficilissima da accettare”.
A parlare è un amico di Alessandro Faraci, il noto commercialista palermitano rimasto ucciso nell’incidente di martedì pomeriggio al campo volo “Albatros” di Termini Imerese mentre era a bordo di un aereo ultraleggero con Girolamo Minnone, ex maresciallo dell’Aeronautica, anche lui morto in seguito al terribile impatto. Decine di persone, stamattina, hanno partecipato al funerale di Faraci, nella chiesa del cimitero di Sant’Orsola.
A partecipare alla cerimonia, oltre alla famiglia del professionista – che lascia una moglie e due figli – anche gli amici e i colleghi dell’Anief, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori della quale era stato cofondatore ed era attualmente tesoriere. Ma in chiesa c’erano anche tanti clienti e appassionati di moto e volo come Faraci, conosciuto in tutta la zona in cui aveva lo studio di consulenza fiscale e tributaria, che si trova in via Valdemone. “Come in vita Alessandro portava gioia e felicità, cosi sarà nel regno dei cieli – ha detto il sacerdote nel corso della celebrazione – quindi non piangete, ma alimentate quel sorriso, quella voglia di donarsi all’altro che tanto lo caratterizzava”.
E, in effetti, Faraci viene ricordato così da tutti coloro che lo conoscevano: “Ci siamo conosciuti per lavoro – scrive su facebook Pietro – la contabilità. Parola grossa, una cosa seria e priva di sentimento. ma vista con te, Sandro, perdeva la razionalità dei numeri, diventava filosofia, senso civico, stile di vita. Abbiamo discusso e condiviso, dalle cose più serie a quelle più divertenti. Era gradevole ascoltare le tue parole. Ho accettato consigli e critiche, perché sapevo, venivano da un Amico. Addio Sandro”.
E su ciò che possa avere provocato il violentissimo incidente è ancora mistero. Non è infatti chiaro se il guasto al motore si sia davvero verificato o se sia stata colpa di un cambiamento improvviso del vento. “Nessuno tra i presenti al campo volo ha visto nulla – dice Roberto Pascale, titolare della struttura dove si è verificata la tragedia -. Eravamo tutti nell’hangar. Le sessioni di volo erano terminate e ci stavamo preparando per chiudere. Poi abbiamo sentito il botto. Siamo tutti costernati, abbiamo perso due grandi amici”.
I due si stavano preparando al “Giro di Sicilia” che si svolgerà il 14 e il 15 settembre prossimi, organizzato dall’Aeroclub di Boccadifalco. Una manifestazione in tono minore per rispetto ai due piloti morti. Nel pomeriggio saranno celebrati i funerali di Girolamo Minnone, a Termini Imerese.
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12 Settembre 2013, 14:22