Mutilazioni e finti incidenti | “S’è messa a piangere, c’è sangue”

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22 Marzo 2016, 17:57

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PALERMO – “Appena l’hanno toccata si è messa a piangere come una pazza… almeno un taglio alla mano se lo doveva far fare…”. Quando la donna si trovò a pochi millimetri dalla bottiglia rotta cercò disperatamente di tirarsi indietro. Aveva paura. Ed, invece, i cocci di vetro affondarono sulla sua carne.

“Cade sangue nella macchina”, diceva la donna distesa per terra sulle strisce pedonali in viale Regione Siciliana all’altezza di via Altofonte. Era arrivata a bordo della macchina di Salvatore Candura, il falso pentito arrestato assieme ad altre nove persone con l’accusa di avere organizzato una banda per truffare le assicurazioni. Come?Simulando incidenti finti, ma con ferite vere. Vere e molto dolorose: sfregi al volto permanenti, gambe e gomiti rotti, parti del corpo tumefatte per i colpi inferi con mazze e bastoni.

È una cronaca dell’orrore quella che viene fuori dalle intercettazioni della Direzione investigativa antimafia di Palermo. Le vittime erano spesso soggetti in condizioni economiche disperate. Il loro dolore veniva ricompensato con qualche centinaio di euro a fonte di risarcimenti danni che raggiungevano anche i trentamila euro. Venivano reclutati anche a Napoli e arrivavano in città con vitto e alloggio pagato. Tornavano con le ossa rotte e qualche banconota in tasca.

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Le farsi captate dalle microspie sono agghiaccianti. Ci volevano “due bottiglie di birra…appena lei non si vuole rompere, tagliala Totò, tagliale la mano…”, diceva Mario Furitano altro presunto capobanda. Le vittime che si sacrificavano all’altare del risarcimento non mancavano. E dovevano essere preparate al peggio, si trattava di “procuragli una frattura alla gamba…”. “Meglio è…”, dicevano quando a farsi avanti era una donna “in gravidanza”. In questo caso l’indennizzo sarebbe schizzato. Avviate le pratiche potevano passare dall’agenzia di disbrigo pratiche di Pietro Carollo in via Goethe per incassare il compenso pattuito.

Giovani donne sono state disposte a “fare una frattura al ginocchio”. “La gamba si poteva fare … non il viso”, aggiungeva il fidanzato, impaurito dal fatto che la ragazza potesse rimanere marchiata a vita. Il blitz, coordinato dal procuratore di Palermo Lo Voi, dall’aggiunto De Luca e dai sostituti Ferrari, Picozzi e Spedale, forse hanno evitato che la figlia minorenne di una delle persone arrestate venisse sfregiata. La madre la offrì alla banda, precisando che per un taglio al braccio le avrebbero pagato anche 4000 euro. Il padre prese tempo: “Poi vediamo”.

Gli indagati sono in tutto quarantuno per dodici incidenti. La misura cautelare, però, ha colpito solo coloro che organizzavano i finti incidenti. Tra di loro anche qualcuno che prima avrebbe acconsentito a farsi fare del male e poi si sarebbe occupato di trovare nuove vittime.

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22 Marzo 2016, 17:57

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