22 Maggio 2018, 16:30
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PALERMO – Continua lo stato di agitazione dei dipendenti del comune di Palermo costretti a dover restituire le indennità di rischio per l’utilizzo del videoterminale. I sindacati sul piede di guerra già dalla settimana scorsa hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti interessati dal provvedimento e hanno indetto una serie di assemblee dove lavoratori e legali studieranno le mosse più opportune per impugnare le diffide di pagamento. Il Comune però non è rimasto indifferente alle proteste dei suoi dipendenti: il capo di gabinetto Sergio Pollicita ha convocato le parti sociali per un incontro martedì 29 per cercare di trovare un punto di incontro.
La bomba è scoppiata quando alcuni amministrativi del Comune si sono visti notificare una diffida di pagamento per la restituzione dell’indennità erogata principalmente dal 2002 al 2005 e prevista da una vecchia legge riservata ai videoterminalisti. Per medici ed esperti, a partire dai primi anni del 2000, l’utilizzo di quei video provocava danni alla vista e posturali. L’erogazione di questa parte variabile dello stipendio quindi era prevista nei contratti collettivi decentrati e autorizzata dai dirigenti d’area e dalla Ragioneria del Comune. Gli anni sono passati e la qualità della tecnologia fortemente migliorata, ma le indennità continuavano ad essere pagate, fino allo stop definitivo messo dal Ministero dell’Economia. Infatti il Comune ha deciso di chiedere indietro il denaro ai suoi funzionari proprio dopo la ricezione della relazione stilata dagli ispettori del Mef che ha inserito fra le 46 anomalie riscontrate proprio l’erogazione di queste somme.
I sindacati oggi però rigettano categoricamente l’iniziativa intrapresa dall’Amministrazione comunale per recuperare il denaro e stanno studiando, insieme a dipendenti e avvocati, le strategie migliori per rigettare le diffide. Così si prospetta una settimana calda: ieri la Cgil ha riunito i dipendenti comunali per una riunione straordinaria, oggi è stata la volta di Uil e Csa, mentre gli iscritti alla Cisl si riuniranno venerdì. La tensione resta alta dato che si vocifera già di ulteriori mosse dell’Amministrazione per il recupero di altre somme questa volta derivanti da provenienti per scatti di progressione orizzontale e altre indennità specifiche per i tecnici.
“Il Comune nei documenti inoltrati parla di somme indebitamente percepite – ha sottolineato Giovanni Cammucca della Cgil – una definizione sbagliata e anche offensiva. Nessuno ha rubato denaro dai cassetti. Inoltre, in nessun caso si può chiedere la restituzione di somme dopo dieci anni”. Il sindacalista poi tira in ballo anche un decreto, il “Salva Roma”, che consente di cancellare tutti i recuperi di somme anche illegittimamente erogate a carico del Fondo salario Accessorio fino a dicembre 2012, “Non capisco perchè il Comune non lo abbia applicato – attacca Cammucca -”. Ed infine: “Come prassi generale – spiega il sindacalista – il recupero di eventuali somme di salario devono avvenire con modalità compatibili con l’erogazione dello stesso, dunque con una rateizzazione che non preveda rate d’importo superiore al quinto dello stipendio”.
La settimana scorsa l’assessore al Personale aveva chiarito: “Questa situazione si è venuta a creare dopo i rilievi del ministero e il segretario generale e i dirigenti non hanno potuto far altro che mettere in campo i correttivi necessari. E’ naturale che – ha aggiunto – la restituzione delle somme potrà avvenire anche rateizzando il debito. Se alcuni dipendenti dovessero dimostrare, motivando la propria posizione, di vivere in condizioni particolarmente difficili, l’Amministrazione comunale valuterà ulteriori soluzioni per venire incontro alle loro esigenze”.
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22 Maggio 2018, 16:30