14 Settembre 2014, 21:23
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MASCALUCIA (CT)- Sala davvero e tanta gente in piedi al convegno storico-culturale “L’Indipendentismo Siciliano tra mito e realtà”. La location scelta è l’auditorium comunale San Nicolò di Mascalucia, per un incontro dibattito che ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che le giovani generazioni dei siciliani sono interessate all’argomento. Dopo i saluti del sindaco del paese Giovanni Leonardi, è stato l’avvocato Fabio Cantarella ad introdurre i lavori e presentare i relatori, in primis gli scrittori Salvo Barbagallo, autore dei volumi “Antonio Canepa ultimo atto” e “L’uccisione di Antonio Canepa”, e l’ex parlamentare nazionale e regionale Turi Grillo, autore de “Il delitto Sicilia”. Poi gli interventi prettamente politici di un convinto indipendentista qual è Angelo Attaguile, deputato della Lega Nord e delle Autonomie, e di chi invece ha chiaramente detto di pensarla diversamente come il sindaco di Bronte e già senatore della Repubblica Pino Firrarello: “Periodo storico da dimenticare”. A mettere sale al convegno due uomini di cultura come Mauro Guarino, docente di Filosofia all’ateneo catanese, e Mario Di Mauro, presidente dell’Istituto “Terra e Liberazione”. Un tavolo di relatori abbastanza variegato, assemblato chissà come dal vivace vicesindaco Fabio Cantarella, promotore e organizzatore dell’incontro che è apparso sin dall’inizio come una sorta di convention, viste le presenze in sala, dal cavaliere del lavoro Giuseppe Benanti all’ex federale di Catania del MSI Stella Rao, da Roberto Commercio a Giuseppe Arena, autore di un appassionato intervento dal forte tono indipendentista, al giovane presidente dell’associazione culturale “La Sicilia ai Siciliani” Gianluca Castriciano, giunto per l’occasione da Messina.
Nel corso del suo intervento Turi Grillo ha subito esplicitato che attualmente in Sicilia non ci sono segnali di “voglia d’indipendenza” anche se permane come “ideale”, ma una richiesta di “cambiamento” certamente c’è. Angelo Attaguile ha ribadito come la Lega di Matteo Salvini intenda “sposare” le istanze indipendentiste siciliane e che a breve nascerà un partito fortemente identitario che si prefiggerà di rilanciare il Sud, una sorta di Lega Sud. L’intervento di Mario Di Mauro è invece apparso come una doccia fredda: “L’Indipendenza della Sicilia non è un mito, né una realtà: la Sicilia oggi non ha una sua identità, ma la conquisterà solo quando sarà maggiorenne”. Di Mauro ricorda lo scempio che è stato fatto della Sicilia, di quella Sicilia che interessa a tutti solo quando la intendono sfruttare, così come si sta facendo con le continue concessioni per le trivellazioni del petrolio. Puntuali nelle osservazioni storiche le parole di Mauro Guarino, che parte dall’analisi dei libri di Salvo Barbagallo “Antonio Canepa ultimo atto” e “L’uccisione di Antonio Canepa”, con annotazioni anche tecniche sulle “interpretazioni dei fatti”, per finire con il denunciare e chiedersi apertamente “ma dove eravamo noi?” quando i fatti accadevano. Pino Firrarello ha fatto riferimento all’assenza di una cultura che doveva svilupparsi con l’Unità d’Italia, non disconoscendo, anzi sottolineando le responsabilità dei politici sugli sviluppi negativi che la Sicilia ha avuto nel tempo. Un consapevole “mea culpa” sull’impossibilità di applicare in pieno l’Autonomia. A conclusione del ciclo di interventi, a Salvo Barbagallo è toccato il compito del contradditorio: a Grillo ha rammentato che il vivere troppo tempo fuori dalla Sicilia comporta inevitabilmente la perdita del “contatto diretto” con la realtà isolana e non conoscere cosa vogliono i giovani siciliani; ha dovuto contraddire Attaguile sostenendo che le “barriere” nord-sud sono lontane dal cadere, apprezzando però il suo ottimismo perché ciò si verifichi; a Firrarello ha rivolto l’invito che la classe politica prenda veramente coscienza dei propri errori e agisca di conseguenza senza attribuire responsabilità al tizio o al caio.
Riprendendo il suo ruolo di moderatore, prima di avviare il dibattito con il pubblico presente, Fabio Cantarella ha riportato alla memoria il documentario che nel 1980 il regista Damiano Damiani realizzò per Rai Tre, “Sicilia…un sogno”, dove il regista dette la parola a protagonisti dell’indipendentismo siciliano allora ancora viventi, a storici, a politici, a imprenditori. Un documentario che dimostrava come la richiesta dell’indipendenza della Sicilia fosse una realtà, ma che sarebbe rimasta “un sogno”. Cantarella ha sottolineato che nonostante siano trascorsi 35 anni dalla realizzazione di quel documentario la gente di Sicilia quel “sogno” non lo ha cancellato.
Diversi gli interventi del pubblico, accalorati e interessanti come quello del Cavaliere del Lavoro Benanti (“Occorrono nuovi parametri per avere cambiamenti concreto e un forte riscatto civile e morale), di Giuseppe Arena (Anche il “popolo è da considerare complice” se i politici hanno preso il sopravvento), di Gianluca Castriciano (Non dimenticare che non si è voluto fare il Ponte sullo Stretto, e lo stesso sindaco di Messina cammina con la maglietta “No al Ponte”), e di altri che hanno suscitato pure vivaci, ma contenute polemiche.
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14 Settembre 2014, 21:23